“Dish-Is-Nein” l’EP omoninmo della band cyberpunk bolognese

Musica Ribelle il Blog non ha preconcetti, né barriere, né limitazioni. Importante per noi è il carisma degli artisti o quella qualità che noi percepiamo. Per tutto questo uno spazio senza dubbio lo riserviamo a questa band dalla lunga storia alla spalle.

Comunicato:

Il percorso di mutazione che ha attraversato tutta la carriera dei Disciplinatha si veste di una nuova immagine, un nuovo inizio che non rinnega il passato, né i contenuti, né l’iconografia, né i protagonisti; eppure ne vuole prendere le distanze, fin dal nome. A vent’anni dallo scioglimento ufficiale della band, Cristiano Santini, Dario Parisini e Marco Maiani sono i garanti della continuità artistica, e lo fanno a modo loro, tirando fuori un disco che poi non ha tanto da spartire con l’ultimo capitolo della saga degli autori di ‘Abbiamo Pazientato 40 Anni: Ora Basta!’. Ed è questo il vero cordone ombelicale, la libertà artistica.

Il non suonare Disciplinatha è ciò che fa suonare “Dish-Is-Nein” Disciplinatha. Perché la creatura di Santini non è mai stata uguale a sé stessa, neanche prima. Però attenzione: gli elementi punk, industrial, e rock che hanno fatto grande la band in passato ci sono tutti. Un EP di rinnovata freschezza, dove elettronica, industrial e cyberpunk si miscelano con bellicosa eleganza. Tappeti elettronici, marce doom, buoi elettrici, Ratzinger (quello vero!) e altri ingredienti difficili da scovare in un ricettario musicale, accompagnano e annunciano spesso in modo struggente le parole di Cristiano Santini (scritte in collaborazione con Renato Mercy Carpaneto, voce degli Ianva). Se a fine anni ‘80 i Disciplinatha sembravano provenire da un altro pianeta per l’aggressività inaudita delle sonorità e la sfacciata scorrettezza delle provocazioni, adesso incutono ancora timore per la forza della loro visione, quanto di più distante possa esistere dalla piatta mediocrità che troppo spesso affligge le produzioni nostrane.

Santini e i suoi esperti alchimisti producono 26 minuti di rabbia, amore, santità, poesia, parole sepolte, anime deportate, energia creativa. Questo è il disco che aspettavamo: fiero, glaciale, voluttuosamente ardito, austero, salace: una feroce lezione di stile in un’epoca di feroce sciatteria. Sei canzoni dal mood e dallo stile differente, sei diverse facce di un cubo magico che stupiscono per la loro complementarietà nella diversità. “Dish-Is-Nein” è un fulgido esempio di giovinezza artistica e maturità umana.