E’ fresco di uscita (6 novembre) “Linear Burns” di D.In.Ge.Cc.O

Entriamo con questa band nell’ambito della musica elettronica a cui daremo spazio oggi.

Comunicato:

Linear Burns” ovvero ustioni lineari, qualcosa che lascia il segno, che brucia, ma che non sfigura la carne o, in senso figurato, l’anima, anzi l’abbellisce di vita vissuta. Sono i generi musicali che hanno segnato la crescita artistica dell’autore. Si tratta di musica Elettronica sì, ma trasfigurata, contaminata, rivisitata.

“Linear Burns” parte subito con sonorità ed atmosfere che sembrano quasi “marchiate” dal Jazz, dal Funky, dalla Disco Music, con citazioni e chiari riferimenti alla musica dance più cool degli ultimi decenni (dagli Anni ‘70 ai 2000), riferimenti che risultano però legati ad una sperimentazione virtuosa ma mai ridondante o fine a se stessa e che vede, nell’efficacia di alcuni groove e nella ricerca accurata dei suoni e dei “rumori” di sottofondo, nelle atmosfere evocative che riesce a creare, il suo elemento portante.

L’impressione è quella di ascoltare dei nuovi grandi classici della musica elettronica che prendono la forma di vere e proprie “canzoni” ciascuna capace di avere una propria personalità e di vivere di vita propria. In questo percorso creativo il vintage ed il futuristico si fondono, si mescolano, si scontrano, tanto da trasformarsi in qualcosa di completamente diverso, di completamente innovativo. Le citazioni di generi e tipologie della musica elettronica del passato, sono tante, ma questo rispecchia un po’ lo stile di D.In.Ge.Cc.O. che ci ha già abituato, nei precedenti lavori, a questo amalgama di sound e groove di ogni tempo e luogo, immerso in un bagno rigenerante, capace di fare rinascere stili e sonorità sotto una luce moderna e futuristica, nuova e assolutamente originale.

1. Jazzy Trasforming Nazi
2. Lovely Crooked Streets
3. Much More Funky Than Eggs
4. GloryduMM
5. Pan’s Call (But I Love Technology)
6. Chicago
7. Just One Drink To Join Me To You
8. Foreign Doors
9. I Met Myself (But You’re Gone)
10. Can’t Believe I Made It
11. More Flashing Lights In The Space Station
12. Within Us Above Us

E’ interessante entrare nell’universo dei pezzi nel momento in cui gli stessi artisti ne descrivono la storia, l’anima e le sonorita, come in questo caso, traccia per traccia (Musica Ribelle il blog)

1 – Jazzy trasforming Nazi: Nel trambusto di una festa può nascere un’atmosfera magica che solo la musica può creare. Il sax, il basso, i sinth, le grida della gente, il ritmo, il funky, il groove, una miscela esplosiva che ti entra dentro, può sconvolgerti l’anima, ti trasforma… e se ti fai coinvolgere può davvero cambiarti l’esistenza. In una sera come questa può quindi accadere di assistere ad una magia: la magia di come la musica jazzy può trasformare e cambiare anche un Nazista.

2 – Lovely crooked streets: Quelle strade tutte sgangherate, nei vicoli delle città antiche, nelle periferie delle metropoli, all’ombra di Cattedrali e palazzi medioevali come riescono a prenderti l’anima. Ti inerpichi su gradini sconnessi, in labirinti urbani d’altri tempi ma senza paura di perderti. Assapori il calore della gente del posto, i sapori della cucina fatta in strada, la storia di luoghi che hanno visto, negli anni, nei secoli, consumarsi amori e tradimenti, passioni e vite intere. Ed ogni volta ti sembra di esserci già stato ed è un continuo fermarsi e ripartire come seguendo un pifferaio magico che ti conduce con il suono dolce del suo flauto, lungo quelle amabili strade sgangherate.

3 – Much more funky than eggs: Svegliarsi al mattino e fare una bella colazione è tra le cose più belle della vita. Ma svegliarsi al mattino ed iniziare la giornata sentendosi funky, con la carica del ritmo che ti entra nelle ossa e la cassa elettronica che ti fa muovere il culo e poi…. Farsi trasportare dagli accordi giusti di una tastiera hammond e le percussioni tribali dei bongas…ah si…vai a lavoro che ti senti un Dio. Più funky e meno uova al bacon per svegliarsi a New York come a Roma, con una pettinatura afro in testa e tanta voglia di vivere.

4 – gloryduMM: L’elettronica si fonde con la world music, tra musica haitiana, ritmiche cubane ed atmosfere e sonorità tipiche del folklore Portoricano. Il tutto in un cocktail condito con una buona dose di musica house-garage ed electro-house. Una miscela esplosiva, un crescendo di emozioni e vitalità, dal primo sorso delizioso, all’ultimo cocktail strabordante e carico di energia. Come fosse un rito di glorificazione alla frenesia della vita.

5 – Pan’s call (but i love technology): La natura, così vituperata, lancia il suo richiamo attraverso il flauto di Pan, Dio delle selve. Emerge e si confonde tra i cupi suoni della città sino a spiccare e fare sentire chiaro e forte il suo ipnotico richiamo. Un richiamo ad una vita più normale, lontana dal cemento e dalle macchine, dalla routine e dalla competizione tra gli uomini, un richiamo bucolico, che sembra invitarci ad abbandonare tutto e spingerci ad abbracciare una vita diversa, una vita lontana, come quella dell’eroe di Into the Wild… Ma io amo la tecnologia attraverso la quale l’uomo ha dimostrato di riuscire a dominare il mondo e sogno un futuro di armonia tra la tecnica e la natura, dove la tecnica è al servizio dell’uomo, dell’evoluzione del genere umano e della stessa natura.

6 – Chicago: La Chicago del presente, con le sue strade veloci, con la sua iconografica rappresentazione di quella che viene definita la unica vera metropoli americana. Chicago, la città di Frankie Knuckles, della Traxx Records dove la house music ha avuto inizio. La chicago delle prime fabbriche, del movimento operaio, icona dell’occidente e del sistema capitalistico, dove tutto è cominciato. La Chicago delle contraddizioni, la Chicago dell’ordine e della pulizia e dell’immondizia nelle periferie; la Chicago dei musei e dei fuochi d’artificio sul lago Michigan. Un brano visionario che ci immerge nel fascino della Chicago del presente, del passato e del futuro.

7 – Just one drink to join me to you: Mi basta solo un drink per unirmi a voi, a questa festa, per unirmi a te. Nel gioco scontato di una serata borghese, ricca di convenevoli, una serata tipica della società occidentale, dove ognuno deve sorridere ed essere raggiante, dove deve presentarsi con una maschera e lanciarsi in conversazioni banali per risultare interessante e convincere i presenti, e convincere se stessi, di vivere la vita più bella del mondo. Un gioco di seduzioni, sempre uguale, ammiccamenti di sguardi che nascondono una noia esistenziale inconfessata, dove nessuno è mai sincero e dove la falsità regna sovrana ed è tutto apparenza… dove un drink in più è necessario per darsi la forza di vivere la farsa a cui ci si abbandona. Comunque, inevitabilmente, il richiamo di questa seduzione artificiale, di una vita sintetica, ti avvolge e ti culla nella dolce decadenza dell’occidente.

8 – Foreign Doors: In una vita dove tutto sembra scontato, dove non sembra esserci spazio per nessun tipo di cambiamento, quanto grande è il desiderio di cambiare, di sperimentare nuove vie, di abbandonare la vita che si sta vivendo ed avere il coraggio di aprire quelle porte che non avremmo mai creduto di voler aprire. Una voglia di libertà che ci fa correre veloce di notte in macchina, che ci spinge sull’orlo del burrone, quello sguardo gettato oltre le sbarre delle nostre prigioni, un respiro di sobbalzo svegliandosi di colpo di notte per non soffocare. La ricerca del coraggio, il coraggio di cambiare, di presentarsi sulla soglia di tutte quelle porte straniere che ci fanno paura e che spesso odiamo perché sappiamo che aprendole potremmo davvero essere liberi o scoprire il lato più spaventoso di noi stessi.

9 – I Met Myself (but you’re gone): Quando ti dissi che non ero pronto perché dovevo ancora trovare me stesso e la mia identità tu eri sempre li con me. Una ricerca fatta di suoni rarefatti e disagio interiore perché non si parte mai con la consapevolezza di dove cominciare a cercare. E’ come la costruzione di un edificio in cui devi mettere mattone su mattone partendo dalle fondamenta per costruire una struttura solida. Una dolce melodia sempre ti accompagna e cresce anch’essa col tempo, dal nulla, sino a che, pian piano l’edificio prende forma e con esso la consapevolezza di chi sei, di quella che è la tua identità, tra cadute e ripartenze, tra fallimenti e successi, quella melodia si fa più nitida, più potente, più coraggiosa e la costruzione insieme ad essa prende vita, acquista sicurezza, diviene presenza concreta. Poi all’improvviso, lungo il cammino, mi sono reso conto che finalmente ho incontrato me stesso, alla fine ho trovato la mia identità, ma tu… non c’eri più.

10 – Can’t believe i made it: Non posso credere che l’ho fatto. Quante volte si prende coraggio per fare delle scelte, per compiere delle imprese e ci si stupisce di aver fatto una determinata cosa. E si è felici di essere riusciti in qualcosa che sembrava infattibile o al di fuori delle nostre possibilità. Viceversa può accadere di fare delle cose che non avremmo mai voluto fare. Di cadere preda delle passioni, della rabbia, del desiderio, dell’odio, del risentimento, e compiamo delle cose senza crederci. Non crediamo di essere riusciti a fare una determinata cosa e ce ne pentiamo amaramente. La vita è un equilibrio tra il perdono per ciò che abbiamo fatto ma non volevamo fare e il coraggio di fare ciò che invece deve essere fatto.

11 – More flashing lights in the space station: Una conversazione nello spazio tra più astronauti che devono agganciare una stazione spaziale, si trasforma in un viaggio verso l’ignoto, sospesi nel cosmo, fissando il blu della terra, unico punto di riferimento. Un viaggio dove la tecnica e l’innata passione per il superamento dei limiti dell’uomo, si danno manforte. Ed ecco che nello spazio si aprono scenari inimmaginabili, miliardi di stelle nel buio siderale fanno volare i pensieri aldilà dell’universo conosciuto. Il legame tra l’evoluzione spirituale e quella della tecnica, entrambe alla ricerca del mistero della vita, diventa tangibile: la capacità dell’uomo di non arrendersi mai, di superare i confini dell’ignoto nella consapevolezza di non essere eterni ma solo mortali. Ma la perseveranza del genere umano, la sua capacità di creare cose dal nulla e l’acquisita padronanza della tecnica e della tecnologia gli consentono, oggi più che mai, di non avere paura e di riuscire a superare ogni sfida. La necessità di utilizzare più luci intermittenti per agganciare la stazione spaziale diviene quindi la metafora dell’umanità che per illuminare il buio che avvolge il mistero della vita e dell’immensità dell’universo, avrà solo bisogno di seguire i segnali luminosi che la propria capacità di evoluzione e le sue capacità, gli metteranno a disposizione nel tempo.

12 – Within us above us: Un brano ipnotico, solo strumentale, in cui un suono che sembra venire da un altro universo, ci ipnotizza, ci culla, ci risveglia. Tutto ciò che è dentro di noi è collegato a tutto ciò che è sopra di noi. La ricerca interiore deve procedere insieme alla ricerca del senso della nostra esistenza. Se perdiamo questo grande assunto tramandatoci dalla filosofia e dalla spiritualità sin dal principio di tutti i tempi, perderemo il contatto con l’essenza stessa della nostra esistenza. Guarda dentro te stesso e guarda in alto le stelle. Tutto quello che c’è intorno è distrazione. Ascolta il battito del cuore perché è lo stesso battito dell’universo. A quel punto solamente potrai sentirti sospeso nel mare calmo della serenità della conoscenza, dove tutti i tipi di emozioni disturbanti vengono meno e l’uomo è finalmente in grado di riconoscere la sua natura ed avvicinarsi all’assoluto.

Ed ora scopriamo questo ‘progetto musicale’

D.In.Ge.Cc.O è un progetto creato dal compositore e artista Gianluca D’Ingecco.

Gianluca D’ingecco ha studiato pianoforte e armonia dall’età di sei anni e ha composto sonate per pianoforte già da giovanissimo. Parallelamente alla passione per la musica coltiva la passione per la letteratura e pubblica due libri, il primo di poesia intitolato “Domani niente sarà più lo stesso” pubblicato dalla casa editrice Lalli. Il secondo libro, è un’analisi sociologica e filosofica, a tutto campo, che a partire dalla complessità di un personaggio come Franco Battiato (il famoso cantante e artista italiano), si sviluppa con considerazioni filosofiche e sociologiche sulla teoria della musica e della “canzone”. Il titolo del libro è “Mondo Abbattiato” edito da Colibrì Editore. Contemporaneamente alla sua passione per la letteratura, la sua passione per la tecnologia e la musica lo spinge ad approfondire la conoscenza e lo studio dei sintetizzatori e della musica digitale.

Nel 2013 D’Ingecco pubblica il suo primo LP intitolato Y.S.I.L.F.U. che suscita grande interesse nella scena underground ed indie della musica italiana. Farà seguito la pubblicazione di un EP con i remix del singolo CLOUDS STOP.

Nel 2014, durante un viaggio negli Stati Uniti, D.In.ge.cc.o  inizia un lavoro di ricerca visitando alcuni luoghi tra quelli che possono essere considerati i templi della musica house e la cultura dance-pop, in particolare a Chicago e New York. Questo percorso si evolverà poi con viaggi in Europa e darà vita al nuovo progetto musicale chiamato “G”.

Ad Ottobre 2019 esce una nuova pubblicazione, un Ep che contiene due inediti e 3 remix del singolo Birthday will exist 4 Ever. I due singoli inediti sono tutti e due ispirati dalla città di Berlino. The Funkatronickiss Ep è supportato da molti Dj a livello internazionale e inserito nel programma Sound Of Berlin Channel dal Dj e produttore Pawas poi trasmesso sulla web radio berlinese FLUX/FM e su altre Web radio internazionali specializzate nella musica elettronica.

Nel frattempo D’Ingecco inizia una intesa attività come regista e video maker di videoclip e comincia a far uscire, sul suo canale YouTube, una serie di videoclip delle sue canzoni, con lo scopo di trattare temi a contenuto sociale e culturale. Tra le principali tematiche trattate ci sono quelle relative al disagio giovanile, alle tematiche contro ogni tipo di discriminazione, e alle tematiche ambientali.

D.In.Ge.Cc.O appoggerà movimenti ambientalisti, come quello di Greta Tumberg e antirazzisti, come quello del Black Live matters.

Il 13 Agosto 2020 esce un EP compost da 6 remix del brano “Because you try to catch the last train” secondo e ultimo singolo estratto dall’LP “G”. Poco dopo viene pubblicato il video. L’Ep contiene diverse tracce con remix che vanno dal tribal house all’ambient e una versione sinth pop.

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