Igor Nogarotto, “D Di Donne”, un nuovo album dedicato alle donne e un singolo “Eleonora sei normale” sui disturbi alimentari

“Togliamo dal cassetto i nostri sogni spesso sbiaditi ed impolverati: realizziamoli” Igor

Il prossimo 15 marzo è la ‘Giornata dei disturbi alimentari’. In sostegno a tutto ciò che è possibile fare per prevenire e/o sostenere chi soffre di questa grave patologia (pensate che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dopo gli incidenti stradali, tra i giovani sono la prima causa di morte) Igor Nogarotto ha dedicato una splendida canzone testimonianza e un progetto. Scoprirete tutto seguendo questo nostro incontro.

Sono stata subito catturata dal suo nuovo album, da ciò che questa produzione musicale comportava per lui. Ma anche lo spessore del suo autore e interprete non di minor interesse.

Leggo dalle sue note “A 16 anni avevo deciso che nella vita non volevo lavorare e ci sono riuscito! Ma ho dovuto ‘lavorarci’ 16 ore al giorno: però lo faccio per ciò che mi appassiona, che mi fa sentire vivo ogni giorno e che mi da’ la forza di alzarmi dal letto con una motivazione forte: la Musica”

Ma per potersi permettere l’agio di dedicarsi alla passione di una vita, ovviamente Igor ha dovuto rimboccarsi le maniche, come lui stesso, appunto,ha confessato (16 ore al giorno), descrivendosi come ‘multicreativo’.

Uno status quasi ‘obbligatorio’ per te in un Paese che stenta a riconoscere appieno i valori dell’Arte

A 16 anni ho deciso che nella vita non avrei lavorato… E oggi, posso affermare, che ci sono riuscito! In verità per farcela ho dovuto “lavorare” anche 16 ore al giorno 🙂 ma sempre facendo ciò che mi piace, mi appassiona, mi fa alzare la mattina con la voglia di conquistare il mondo! Nel tempo ho sviluppato sempre più lavori attinenti il mondo creativo, legati amusica e scrittura,e sono riuscito a vivere la vita che desideravo. Sono cantautore prima di tutto, poi autore, scrittore e mi occupo di comunicazione.

In riferimento al “Paese”, in un momento in cui ero un po’ stanco, mi sono sfogato creativamente scrivendo “Italia vaffanculo”, una sorta di nuovo inno italiano (così l’hanno definito), in cui, al di là del titolo provocatorio, esprimo il mio amore per questo Paese, che però ha dimenticato di essere la culla dell’Arte e lascia soli gli Artisti.

Infatti Igor oltre ad essere cantautore,  musicista, vocal coach, è anche autore e compositore di inediti per altri artisti, scrittore, autore di testi per svariati comici di Zelig, produttore discografico e organizzatore di eventi. Come dire.. quando riesce a tirare un respiro?

Una carriera, la sua, tutta all’insegna dell’impegno umano e sociale. Ogni tua produzione un grido all’indirizzo ora di un ambito ora di un altro, I tuoi album parlano chiaro

“Quando la musica è anche messaggio sociale, allora è musica nobile, nella sua massima espressione. Ho iniziato questo tipo di ‘impegno’ con “Ninna Nonna” (divenuta “Canzone italiana dei Nonni”) in collaborazione con Auser che aiuta gli anziani, poi “POPE IS POP” scritta per Papa Francesco che ha generato il primo flash mob della storia in un carcere, svoltosi a Rebibbia, in cui detenute ortodosse, musulmane e cattoliche hanno danzato insieme la mia canzone, fino al singolo del momento “Eleonora sei normale” sui disturbi alimentari.

Sembra un contrappasso, quanto più il tuo lavoro da ‘solista’ è impegnato e approfondito, oltre che profondo, quando quello di autore diventa ‘leggero’ soprattutto quando va a sostenere i comici italiani più conosciuti. Sbaglio?

Acuta osservazione. Il mio equilibrio effettivamente deriva dalla commistione di leggerezza e profondità: ho una forma mentis elastica: ci sono momenti per la riflessione e ad altri per il puro divertimento

E come vivi questi due mondi?

Mi chiamano “ossimoro”! Li vivo spesso simultaneamente, anche a livello creativo (alcune mie opere, mi dicono, facciano ridere e piangere contemporaneamente). Sono così, mi viene naturale unire i due mondi.

Dedichiamoci oraa questo tuo ultimo lavoro “D Di Donne” che come ci fa intendere già il titolo è davvero interamente dedicato alle donne, al nostro universo, alle nostre molteplici vesti, a difficoltà e incomprensioni. Perchè questa scelta e cosa ti ha ispirato?

Ogni uomo ha le sue passioni, chi ama il calcio, chi i motori… io amo le Donne! E’ una passione viscerale. “D Di Donne” è un tributo alle Donne, in cui racconto in 10 canzoni, 10 sfumature della Donna, passando da tematiche più delicate (vedi bulimia o aborto) a canzoni dedicate a figure femminili famigliari (“Mamma Ciao” o “Ninna Nonna”), a momenti di leggerezza, come in “Elisabetta”, che parla della voglia di svagarsi in spiaggia nell’estate romagnola! Ogni canzone è diversa per tematica, sonorità, interpretazione vocale: del resto, conosci una Donna che assomigli ad un’altra?!

Tutto trabocca di donne, dal cofanetto del cd, alle foto incluse, ai ringraziamenti (i famosi ‘credits’) che elargisci elencando un’infinità di nomi di donne. Qual è il pezzo che ha dato il la, il via, a tutto il resto dell’album?

E’ stato un parto durato 15 anni! (Tanto per utilizzare una terminologia consona all’argomento). Scrissi il brano “Sarà Sara” in una nottata insonne a Saint Vincent nel 2005 (dopo aver conosciuto la sera stessa una certa Sara) e da lì ebbi l’idea di creare un album che contenesse tutte canzoni con nomi di Donna o figure femminili (cosa che, lo dico con un pizzico di orgoglio, è un unicum nella storia della musica). La scintilla definitiva è scattata 5 anni fa, quando mia sorella Deborah mi ha fatto il regalo di mettere al mondo la mia Nipotina, Alessia Luce: quella nuova vita ha chiuso il cerchio e, come hai visto dal booklet, ho dedicato a Lei il disco, per lasciarle nel tempo una sorta di mio testamento artistico (che ovviamente comprenderà meglio quando crescerà).

A me sembra simbolico il primo brano “Amanda”, proprio per il significato che tu gli hai dato

E’ volutamente simbolico: AMANDA ossia “Colei che deve essere amata”, perché le Donne vanno amate, a prescindere. E’ la prima parola che canto nell’album, ho fatto una precisa scelta in tal senso.

E arriviamo invece al brano a cui tu sei legatissimo per vari motivi e che ha prodotto anche progetti paralleli, “Eleonora sei normale”. Me ne parli?

Nasce da una storia vera, vissuta in prima persona: anni fa frequentavo una Donna che aveva un figlia che soffriva di bulimia. Questa ragazza, Eleonora, gravemente malata, decise di porre fine alle sue sofferenze con il gesto estremo del suicidio, lasciando un biglietto alla Madre. La Madre mi ha poi chiesto di realizzare una canzone con quelle parole, in modo da sensibilizzare sulla tematica dei disturbi alimentari attraverso il veicolo emozionale della musica.

Anche il video ha momenti decisamente crudi

Con il regista Simone Gazzola ci abbiamo lavorato mesi. Volevamo essere rispettosi della delicata tematica e non utilizzare scene troppo cruente. Ma era necessario al contempo “far passare” un messaggio ben preciso: si può morire di disturbi alimentari, attenzione. E per farlo il video doveva avere comunque una sua inquietudine di fondo.

Come dicevo questo brano ha dato il via ad un progetto “Non siete soli”

Dall’incontro con la scrittrice Mariavittoria Strappafelci, autrice del libro “Il digiuno dell’anima: una storia di anoressia” (lei ha vissuto l’anoressia sulla propria pelle) ed il Maestro Alessandro De Gerardis (speaker radiofonico e musicista) si è creato il movimento “NON SIETE SOLI” che vuole sensibilizzare ed accendere i riflettori sui disturbi alimentari, lanciare il messaggio che si può guarire, nonché raccogliere e diffondere testimonianze di chi soffre di queste patologie e creare eventi nelle scuole in cui informare su cause e rischi.

Un progetto sociale sostenuto da molti personaggi dello spettacolo, da Cristiano  Militello e Fabrizio Fontana di ‘Striscia la notizia’, da Baz Marco Bazzoni a Giuseppe Giacobazzi

A proposito di immagini, quella scelta in prima battuta proprio per “Eleonora sei normale” e che poi è rimasta quella dell’album si riferisce ad uno scatto di Gianni Sassi a Battiato. Qual è la correlazione? Si parla di citazione.

E’ una citazione che ha molteplici significati. In primis esprime il mio amore per Battiato, perché la sua musica è stata per me di fondamentale ispirazione. Poi c’era affinità estetica con il colore del divano rosso e l’abbigliamento americaneggiante. E c’è anche l’elemento “genere musicale”: in definitiva Battiato non è classificabile in un genere: ha sviluppato sonorità che spaziano dall’elettronica, al pop, alla musica d’autore con venature rock: questo è dal mio punto di vista l’Artista: libero di creare, senza etichette, perché dipende da quello che vuoi dire in un dato momento e da “come” vuoi dirlo.

. …questa è libera

Mi hai molto stimolato ed in maniera adeguata 🙂

Ciò che tengo sempre a dire è che la Musica mi ha salvato la vita. Senza non avrei superato momenti di grande difficoltà esistenziale, sfociati poi in problemi di salute. Più in generale, invito tutti a coltivare le proprie passioni, perché sono la migliore panacea per i nostri problemi: se cerchiamo dentro di noi ciò che davvero ci fa stare bene e ci impegniamo per realizzare quell’obiettivo, la nostra vita migliora, la nostra salute migliora e di riflesso miglioriamo la vita delle persone che ci stanno accanto. Togliamo dal cassetto i nostri sogni spesso sbiaditi ed impolverati: realizziamoli.