La video intervista: a briglia sciolta e senza filtri con Andrea Innesto, sassofonista per il Blasco e altri ancora, in promozione con il singolo “Pollicino & Cappellino”

E’ stato un incontro divertente, interessante e illuminante. Ma non poteva non esserlo considerando lo spessore e l’esperienza del polistrumentista bolognese. Un’intervista che avrebbe dovuto seguire una sorta di binario da me prefissato, ma, come accade quando si ha a che fare con personalità ricche, mi sono resa conto che la cosa migliore era seguirlo. Perciò ho chiuso fogli e appunti e mi sono lasciata prendere dai suoi racconti. A seguire comunque tutto ciò che nell’intervista non è stato approfondito, a favore di altre argomentazioni.

Innanzitutto Andrea, a questo punto della tua carriera emerge ‘la voce’. A cosa si deve questa svolta?

Premesso che scrivo sempre con il sano beneficio di dubbio per me alimento fondamentale per la crescita. Nessuna certezza.   Il canto in realtà mi appartiene per svariati motivi, ho sempre prestato la mia voce in qualità di corista per 32 anni con Vasco Rossi ma anche con Patty Pravo nei 10 anni di tour teatrali vissuti insieme.

Provengo da una famiglia di cantanti, mio nonno era un cantante baritono di operetta invitato a volte alla corte di Rè Umberto e assiduo frequentatore dei circoli lirici bolognesi, invece mio padre era un cantante di musica (leggera) ed era particolarmente dotato ed espressivo nel canto dei grandi classici appartenenti al repertorio partenopeo.

Soprattutto mio padre mi ha educato all’ascolto e trasmesso la passione per la musica. Entrambi, della musica ne hanno fatto una passione ma senza mai intraprendere una vera carriera professionale. Mi piace ricordare un aneddoto che spesso mi raccontava ….

Negli anni 59/ 62 esisteva a Bologna il famoso Derby Bar situato dove ora si trova la galleria del toro.  Punto di congiunzione tra mio padre e mia madre …. Il famoso primo incontro d’amore.

Allora era in voga il Caffè Concerto, dove appunto mio padre oltre che presentatore era anche il cantante per cosi dire residente. Premesso che vinse un concorso canoro alla Rai di Torino negli anni 50, successivamente dopo una certa proposta di contratto, rifiuto…. facendo arrivare come primo il secondo… tutto perché gli vennero chieste 500 mila lire dell’epoca per proseguire la fatidica carriera.

Tornando al Derby Bar….

Era sovente che una giovane signorina di nome Sabrina andasse ad ascoltare mio padre. Una sera quella signorina gli disse ….. lei con quella voce farà tanta strada…… ed in maniera ironica ….mio padre rispose alla bella donzella…. si…. A piedi … era avanti e consapevole, un uomo di non facile illusione. La signorina in questione cambio successivamente nome … e divento la famosa Milva. 

Tornando a me, ritengo che un musicista non finisca mai di imparare  e l’utilizzo di tutti i colori della tavolozza musicale diventano, ad un certo punto necessità di espressione.  La voce è il suono della nostra anima… e a mio avviso è il miglior strumento che abbiamo a disposizione per poter esprimere al meglio un concetto verbale definito in testo.

Non ho mai preso lezioni di canto….Canto le cose che sono nelle mie corde…. senza cercare di strafare….la voce è uno strumento e per arrivare tecnicamente a certi livelli … bisogna studiare. Anche se penso che l’emozione non abbia scuola… è innata.

La differenza nell’interpretazione di un brano dipende dallo stato d’animo collegato al pensiero ed al ricordo. Non esiste una performance uguale all’altra poiché si vive di suggestione.

Come mai la scelta di una sorta di ‘ballad’ all’italiana, un brano “Pollicino & Cappellino” che sa di filastrocca e che ci ricorda da un lato Renato Carosone e in qualche passaggio anche Renato Zero

In realtà l’arrangiamento è permeato di incastri ritmici ben precisi che riportano alla memoria alcuni linguaggi musicali usati nel passato. Il brano è di estrazione latina.

Si possono individuare all’interno dell’arrangiamento vari elementi tipo… la bacchetta suonata sul bordo della conga, vuole essere  un riferimento che riporta alla costruzione ritmica del brano Rock around the Clock … i timpani sono una citazione sonora al famoso brano Fever nella versione anni 60 di Peggy Lee.

Il charleston e il tamburello sono suonati riportandoci indietro al linguaggio swing degli anni 40. Tutti gli strumenti sono acustici …. Eccetto il piano Elettrico Rhodes suonato dal signor Giuseppe Guarnera, c’è infine la chitarra acustica suonata dal signor Daniel Martinez di origine cubana. Gli unici strumenti emulati sono le parti di archi.

Il canto melodico è arrivato durante la scrittura del testo. Ho ascoltato in gioventù Renato Zero di cui nutro un’immensa stima artistica. Renato Carosone lo conosco bene… un grande musicista. Sebbene ci possano essere somiglianze…. Non sono state assolutamente ricercate. Si vive di emulazione e probabilmente qualcosa di questi artisti mi si è involontariamente appiccicato. Tutto il brano è nato in maniera naturale ed omogenea.

La scrittura è iniziata il 31 marzo …. Tutto realizzato nel mio home studio ed il 12 aprile ero in studio di registrazione per il missaggio definitivo effettuato a cura di Loris Ceroni.

Per poi successivamente procedere alla fase finale di mastering a cura di Giovanni Versari. L’intenzione o meglio l’Intuizione mi ha portato a scrivere un brano che contenesse come soprascritto riferimenti musicali del passato. Ho volutamente cercato una leggerezza apparente .È innegabile che il brano sia trasversale ed altamente ballabile. Tuttavia il testo è significativo ed interpretabile in svariati modi. Fa pensare…..Non è stato facile ….. soddisfatto del risultato. 

“Frasi false e compromessi ricorrenti, una strada cieca… tanti deficienti…non importa in quale ruolo te la giochi, siamo nati per reagire ai coprifuochi” questa strofa mi suona tanto come ‘morale della favola’ .. forse sbaglio

La falsità e l’ipocrisia sono il vero male di questo secolo. Il compromesso non accontenta mai alla lunga distanza nessuna delle parti ed è destinato con il tempo a dissolversi.

La deficienza appartiene a tutti e solo la curiosità può svuotare il pozzo dell’ignoranza. Purtroppo spesso vincono gli interessi finanziari a discapito di tutto e di tutti  surclassando le vere necessità umane e diventiamo in un certo qual modo tutti complici rispetto al fallimento delle generazioni a venire. 

Essere vittima del proprio ruolo non è piacevole per nessuno a prescindere dal grado di potere. La sana reazione e ribellione davanti alle false illusioni sono salutari per se stessi e per gli altri. La natura in tutte le sue forme è esemplare e per parafrasare penso fermamente che la vita nasca senza i soldi in tasca. 

Noi come specie siamo leggermente parassitari…. per quanto grazie al cielo questo nostro mondo sia ancora vivo per diversità, bellezza ed amore.  I bambini nella loro naturale innocenza dovrebbero esserci di esempio.

La musica è permeata di  accordi che possono essere anche dissonanti. Sarebbe auspicabile dove si legifera…. raggiungere accordi più che compromessi. 

La collusione la concussione e l’omertà generano sia in maniera volontaria che involontaria un virus silenzioso che mina la nostra libertà. Il libero arbitrio e la libertà di pensiero sono un inestimabile valore. Da conquistarsi ogni giorno. Quindi Non sbagli ! Ci sarebbe tanto da dire. ………

Una vita per la musica, Flauto traverso, sax soprano e sax alto i tuoi strumenti coi quali hai fatto sognare una marea di persone. I tuoi assolo sono indimenticabili. In pista con Vasco Rossi, con Patty Pravo, con la Bertè e altri ancora. Ti ricordi uno di questi che ti ha emozionato dentro, in cui mentre suonavi sentivi le farfalle?

I ricordi sono tantissimi ma forse tra i più vividi ed intensi ce ne sono un paio. Il primo  durante il tour di Vasco Gli spari sopra 1993. In quella scaletta suonavo un brano con il sax soprano, “ Gabri”, cambiavo ad ogni concerto l’assolo mantenendo solo qualche linea melodica costante. Quello che è uscito in dvd è molto bello ma sicuramente non la mia migliore interpretazione. Dietro ad ogni assolo esiste un racconto emotivo ed una storia, Quel preciso assolo è un addio di amore.

Il secondo emozionalmente parlando è stato quando ho avuto il privilegio di poter partecipare in qualità di sax soprano solista in supporto a  Patty Pravo (per me Nicoletta)  al festival di Sanremo 1997. Un palco difficile ….tremavo….. poi ha vinto l’anima … il resto è visibile ancora oggi.

Quando si suona bene si entra quasi in uno stato di trance…intorno non c’è più nessuno ….. il corpo si infuoca…. I brividi sulla pelle sono fortissimi… ed un senso di commozione profondo ti invade. Tuttavia facendo questo mestiere ….. si entra anche nella routine…. e queste performance sono irripetibili e rare…. Quando succede è festa per l’anima.

Qual è la qualità che ti ha permesso di essere tra i favoriti di grandi star? La bravura certamente, ma non solo!

Essere al posto giusto nel momento giustoè fondamentale. Poi entrano in gioco altre componenti che sono di tipo caratteriale. Una buona dose di innocenza mista a timidezza e voglia di imparare….caratteristiche  che nel mio caso, sono state predominanti.

Grinta, passione e carattere. Tanta pazienza…. Tanti silenzi…. Poi con ogni artista ovviamente si ha un rapporto  diverso… non esiste una regola … ci sono momenti di grande sintonia come momenti di non comprensione reciproca. D’altronde come in qualsiasi mestiere.

La libertà, il diritto di opinione ed il libero arbitrio, non devono mai mancare. Sono componenti che appartengono al concetto di rispetto. Se vengono a mancare queste basilari caratteristiche, bisogna per rispetto a se stessi cambiare direzione.

Hai una carriera lunghissima e ricca di esperienze, un paio di quelle che ami raccontare spesso?

Beh… le esperienze non bastano mai…. Però un paio mi sono rimaste nel cuore…. Due esperienze oserei dire extra. La prima è stata quando ho avuto l’opportunità grazie a Massimo Martini figlio di Silvana Coveri di preparare la colonna sonora a Parigi per il Pret a Porter di Enrico Coveri Autum/ Hiver 1994/95.

In quella circostanza tramite il book degli abiti e il numero di uscite in passerella delle modelle, ho dovuto fare una selezione musicale in base alle indicazioni gentilmente fornite dagli stilisti.  Ho inoltre composto 3 brani inediti suonando in passerella. Il riscontro della stampa francese fu notevole e pregevole nei nostri confronti e dell’Azienda. Un bellissimo ricordo.

La seconda esperienza è stata quando ho avuto la possibilità di fare un viaggio in Australia nel 2000 grazie al caro amico documentarista e regista Emerson Gattafoni.

Emerson mi  propose di partecipare al primo esperimento di Roadmovie chiama Eldorado, sulle strade dell’Australia. Un docufilm di grande ispirazione per le produzioni televisive successive. Abbiamo percorso 10600 km di outback ed ho visto cose incredibili.  Quel viaggio ha cambiato profondamente la mia prospettiva nei confronti della vita.

5 puntante di  50 minuti ciascuna, andate in onda nel 2001 per RAI 3 alle ore 23.35. Tra gli attori principali l’amico Shell Shapiro, Angelo Cannavacciuolo, Tao Ruspoli, Cecco Cecchini, ed altri. Una esperienza indimenticabile…. Avrei tanto da raccontare in merito a quel magico viaggio….

Torniamo al tuo singolo, che aspettative hai? Oppure senti che può essere l’inizio di una nuova strada parallela a tutto il resto?

Francamente non ho pensato ad aspettative ma più a prospettive davanti a un senso logico ben preciso. Quando si è sinceri e si lavora con il cuore i risultati vengono da se. Ovviamente essendo il produttore artigiano promuovo più possibile il progetto tramite la rete, quindi sempre grazie per qualsiasi forma di promozione, tuttavia penso fortemente che il brano possa diventare virale a prescindere dal Music Control che come ben sai non ha un atteggiamento realistico e democratico, nei confronti delle produzioni alternative, i grossi network radiofonici sono in mano a una manciata di editori che non giocano a favore del giardino collettivo. Un nuovo inizio ? Non saprei sino a quando ho ispirazione e qualcosa da dire …..probabilmente scriverò e produrrò musica e non solo….senza mai forzare.

E Bologna, fucina, laboratorio, vetrina. Cosa è stata per te?

Bologna oltre ad essere la mia città natale è stata per me negli anni ‘80, palestra e piattaforma di crescita. Avevamo una cantina condivisa con varie band in via san vitale 67 …. In quella cantina suonavano anche i SURPRIZE dove conobbi per la prima volta Frank Nemola. In quel periodo era mia abitudine girare sempre con il sax e in autobus, poiché ho avuto la mia prima macchina a 24 anni. In quel meraviglioso periodo di adolescenza, andavo a curiosare nelle cantine altrui di varie band dell’epoca,  come Windopen, GAZNEVADA,  Skiantos, ecc ecc… gruppi fusion e altre svariate situazioni. Era una Bologna molto diversa, piena di osterie e locali con musica dal vivo. 

Quanta Bologna c’è nella tua musica?

Bologna sempre nel cuore, certamente qualcosa di Bologna c’è nella mia musica….dalle zirudelle  di Dino Sarti a Lucio Dalla. Il primo brano che imparai da solo ad orecchio con il sax contralto fu proprio un brano di Lucio dal titolo Tango. 

Non ti nego che quando sentii in radio Albachiara di Vasco avevo 14 anni e ne rimasi affascinato, sebbene non contenesse parti di fiati.

Come dicevo, ti muovi attraverso tanti progetti. Uno di questi è il “Memo Kid’s live show”. E’ ancora tra i progetti praticabili?

Il Memo Kids Live Show  è un progetto strutturato bene. Ovviamente girare con una banda di 7 /8 persone non è mai facile…. Soprattutto in questo momento storico al di là del virus. E’ uno  spettacolo audio video che racconta appunto il cambio di costume che la gente ha subito, in base agli oggetti che hanno contaminato il nostro stile di vita…… Radio…. Televisione… minigonna…calcolatrici algebriche… telefoni… ecc..ecc. Vuole anche essere un tributo iniziando dagli anni 40, a tutti i musicisti che hanno fortemente contribuito all’evoluzione del linguaggio musicale.

Lo spettacolo è assolutamente praticabile ed esportabile…sicuramente faticoso… ma può dare tante soddisfazioni. Il 28 di agosto suoniamo ad Alassio grazie all’amico Stefano Mannelli ad una manifestazione sotto la direzione artistica di Neri Marcorè . Una manifestazione dedicata all’integrazione razziale.

Chiuderti in un cassetto ‘musicale’ mi sembra assolutamente improponibile, perché  se è vero che le tue radici sono nel jazz, sei riuscito (forse proprio grazie a questa scuola) ad essere perfetto anche su altri registri. Sbaglio?

Per essere preciso devo fare una premessa sulla mia formazione. Il primo vero educatore musicale è stato mio padre che essendo onnivoro mi ha aperto gli orizzonti facendomi ascoltare veramente di tutto, da i grandi cantanti di oltreoceano come, Nat King Cole, Frank Sinatra, Sammy Davis Junior, Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Dinah Washington, di domenica era un rito mattutino ascoltare musica lirica da Luciano Pavarotti a Maria Callas, Mario del Monaco, Giuseppe di stefano, oltre alle performance di mio padre.

Il primo disco jazz che mi fece ascoltare fu un disco di Thelonious Monk MISTERIOSO e tanti altri come Charlie Parker, Sonny Rollins, Paul Desmond, per poi passare alla grande orchestra di Count Basie, Glenn Miller, Tommy Dorsey, George Gershwin ecc ecc. Non è mancata una infarinatura di Musica classica da Debussy a Tchaikovsky, Beethoven, Mozart,  Bach e tanti altri classici.

All’età di 11 / 12 anni ho cominciato a suonare prima il flauto dolce poi sotto pressione della mia insegnante di musica della prima media, i miei genitori mi hanno proposto di intraprendere un corso privato di flauto traverso dal Maestro Marino Serrazanetti a San Giovanni in Persiceto.  

Il professor Serrazanetti era un insegnante meraviglioso diplomato in clarinetto e composizione al Conservatorio di Santa Cecilia Roma.

Era venuto ad abitare nella piccola San Giovanni in Persiceto poiché per lui Roma era troppo caotica.

Con lui ho imparato tanto, sia a suonare il  flauto traverso e successivamente sotto suo consiglio pratico anche il sax contralto. Ho frequentato i suoi corsi per 7 anni. Poi ho continuato a studiare da autodidatta. La mia formazione non è Jazz direi più un misto di tanti linguaggi.

Non si finisce davvero mai di imparare. Poi mi sono trasferito a Castel san Pietro Terme e grazie ad un amico trombettista Maurizio Piancastelli, ho avuto le prime vere opportunità di lavoro andando a Suonare con Marzio e i Poligraffiti nel famoso locale in riviera riminese Bandiera Gialla.

A proposito d’estate? Come pensi potrebbe essere la tua questa che si sta aprendo ora con abbastanza coraggio?

L’estate è incerta tuttora …tutte le Proloco si stanno organizzando in base alle disposizioni ministeriali, tuttavia sono fiducioso.

Infine…lo si può dire che entro la fine dell’estate ci regalerai qualcosa di nuovo ?

Si ho un singolo già pronto ma non ho ancora deciso il periodo preciso di uscita, potrebbe anche slittare a natale con un contenuto più ricco. Posso anticiparti che è un brano che parla sempre del Cuore.