L’intervista: Davide Giordano, l’attore sulla strada.. della musica. “Andiamo via”, il primo singolo

Lo sto ancora ascoltandolo, “Andiamo via”, mentre scrivo, per capire se la piacevolezza che mi ha trasmesso al primo ascolto, fosse svanita, invece la ritrovo inalterata e non accenna a diminuire nonostante le volte che mi passa nelle orecchie. Uscito il 23 luglio scorso, ora è sostenuto da un video clip che, sulla ali della scelta grafica, riesce a mantenere inalterato anche visivamente il senso di avere a che fare con un buon prodotto musicale. La base armonica, che a tratti ricorda il rock degli anni ‘70 e la voce, indiscutibilmente interessante.

Conosciuto dai più come attore di teatro, cinema e interprete del figlio di Antonio Albanese nei film su Cetto La Qualunque, recentemente premiato agli Eolo Award 2020 per la miglior drammaturgia, questa volta Giordano sveste i panni di attore, regista e drammaturgo e si impegna su un altro piano dell’arte, quello della musica, del cantautorato.

Il brano dal titolo “Andiamo via” scritto appunto dallo stesso Davide Giordano, è arrangiato da Francesco Arpino, noto produttore e arrangiatore musicale di artisti italiani e internazionali del calibro di Sean Lennon, Giuliano Sangiorgi, Luca Carboni e Giusy Ferreri.

Una canzone solare, energica e facile da cantare. La definisce così Davide Giordano: “Andiamo via è un brano che prova a fotografare l’istante in cui noi tutti, almeno una volta nella vita, avremmo voluto essere altrove, lontano da tutto ciò che ci fa sentire inadeguati”.

E la voglia di conoscerlo meglio è arrivata spontanea. A lui ho chiesto come entra nella sua vita, la musica, rispetto all’attività attoriale.

La musica non è mai stata un’interferenza con il mio mestiere di attore. L’unica differenza è che la recitazione è un mestiere per cui ho studiato duramente e che mi sprona a studiare il punto di vista degli altri, la musica invece è un gioco di scrittura che mi va di fare quando ho voglia di dire qualcosa di più personale. Una cosa non esclude l’altra. La vivo così”

Di solito c’è sempre qualcuno che aiuta a sostenere i primi passi, a credere nel sogno, o almeno a non ostacolare i tentativi. Qualche figura di queste ti ha accompagnato?

Direi che soprattutto c’è stato chi inizialmente ha finanziato questa mia volontà: la mia famiglia. Poi ho avuto la fortuna di incontrare molti insegnanti al liceo che mi hanno sostenuto e spronato a coltivare le mie passioni, venendomi incontro in più occasioni. Ho sempre cercato di ricambiare questa fiducia studiando e lavorando sodo su ciò che realmente mi interessava

 Il tuo è un buonissimo esempio cantautorale italiano, modulato in questo singolo anche da una musicalità più leggera. E’ stato spontaneo dirigersi verso questo genere, oppure una scelta fatta valutando altri aspetti?

Considero la semplicità un punto di arrivo e non di partenza. La musica leggera di qualità ne è un esempio. Sono cresciuto ascoltando musica leggera italiana ed estera. Volevo fare una canzone semplice, diretta e senza fronzoli. Per il brano “Andiamo via” volevo una sonorità, un ritmo, un respiro che fosse in netto contrasto con gli stati d’animo che vengono raccontati nel testo. L’arrangiamento di Francesco Arpino è una scheggia e ha fatto il resto”

 Lo spettacolo in Italia purtroppo e a differenza di molti altri Paesi, non ha mai promosso la trasversalità dei professionisti, cosa che trovo invece essere essenziale. Però mi sembra che qualcosa si stia muovendo. Da dentro quel mondo, com’è in effetti questa equazione?

Non sono d’accordo. In Italia abbiamo tantissimi esempi di professionisti trasversali e questo a me piace. Credo che ogni forma d’arte in qualche modo sia contaminata da tutte le altre. Ad esempio un bravo attore lavora sul ritmo, sul suono, sulla pronuncia di una parola e sulla sua interpretazione. Un processo simile lo fa anche un cantautore. Cambiano la forma e il canale comunicativo, ma la sostanza è molto simile”

 Ora noi pubblico possiamo ascoltare solo il tuo singolo di debutto, ma c’è immagino altra carne al fuoco. Stai già lavorando su altro materiale? Cosa c’è nel tuo prossimo futuro?

““Andiamo via” mi ha portato qualche proposta lavorativa inaspettata che sto valutando. Nel frattempo scrivo. Una canzone richiede dedizione, meditazione, conflitto e molto altro. Serve tempo”

Che cos’è per te la musica, cosa rappresenta? Questo spiegherebbe meglio il tuo passo in questa direzione E l’ispirazione dove la trovi, qual è la tua ‘musa ispiratrice’?

“Per me la musica è l’esperienza più potente che l’arte possa offrire. Può arrivare a toccare lo stomaco, il cervello e l’anima senza filtri, senza darti il tempo di prepararti. Certe canzoni, certi brani hanno questo effetto su di me. Da Fennesz a Brunori Sas. L’ispirazione? per me è un esercizio quotidiano di scrittura. Parte la prima frase che poi, ogni tanto, ne genera altre fino a prendere una forma, una logica”

Come è stato il lockdown per te?

Posso dire che è stato un periodo in cui ho riflettuto molto su quello che stiamo facendo a questo pianeta e agli animali che lo abitano. E ho la netta impressione che non abbiamo imparato nulla da questo violento evento che continuerà a esistere e a trasformarsi se non cambiamo le nostre abitudini alimentari e commerciali”

 Infine invece novità e nuove soddisfazioni dal mondo del cinema e della tv o dal teatro?

Sto lavorando a un progetto di “ teatro” in rete molto ambizioso intitolato “Terry 2.0” sul tema del bullismo e dedicato principalmente alle ragazze e ai ragazzi dagli undici ai quattordici anni, che potranno assistere a questo “spettacolo” interattivo direttamente dal proprio computer o smartphone”

Per quanto riguarda la musica con chi ti piacerebbe condividere il palco? E come attore chi vorresti accanto?

Musicalmente parlando mi accontenterei anche solo di ammirare ancora e ancora le perfomance di Damien Rice. Sul palco mi porterei dietro il mio labrador che è bellissimo e molto espressivo e quando combina qualche guaio recita benissimo la parte del vago…”

..è anche simpatico Davide, oltre che bravo. Quindi a presto con nuove produzioni che in entrambi i casi hanno un elemento comune, il palco!

Un breve passaggio del film ‘Tutto tutto niente niente” nel cui cast c’è anche lui, Davide Giordano che, guarda il caso, seppur in maniera decisamente e giustamente comica, data la natura della pellicola, vestiva i panni di un cantante.