L’intervista: incontro con CRISTIANO TURRINI, cantautore romano, vincitore del concorso “Deejay On Stage 2020”

La vittoria è arrivata in questo difficile 2020 con il brano “Kuala Lumpur” in cui ha fatto convivere anime diverse, da quelle marcatamente cantautorali a quelle orientali, in un mix speciale.

Ma se avrete letto lo spazio che abbiamo già dedicato a lui, la sua carriera inizia molto prima

Già dai primi ascolti ho avuto il desiderio di intervistarlo e a lui, giusto per aprire le danze, ho chiesto ”. Che esperienza è stata  il contest “DeeJay On Stage”e se in qualche modo gli ha aperto nuove strade?

Un grande evento che mi ha dato l’occasione di competere e confrontarmi con altri bravissimi artisti dai più svariati background e generi, spronandomi a mettere in gioco il meglio di me. Poi che dire, mi sono sentito nella “palestra dei grandi”: è stato per me un onore e un orgoglio anticipare su quel palco artisti del calibro di Mahmood e Gabbani.  Sicuramente la strada che mi ha aperto è quella di sentire per la prima volta un mio brano in rotazione radiofonica su un network così importante come Radio Deejay e spero di poterne sentire presto tanti altri”

Ascoltando parecchi pezzi della tua discografia, dagli esordi ad oggi, mi sembra che tu abbia mantenuto intatte le tue caratteristiche, sia nella qualità dei testi che nella composizione musicale, il sound sembra non essere cambiato. O sbaglio?
Mi sento il Cristiano di sempre, ma sicuramente qualche sfaccettatura è  cambiata, è inevitabile quando si cresce

Più che dire ‘cambiato’, invece, direi ‘maturato’, il tuo approccio alla musica. C’è una evoluzione che a me sembra percettibile. Anche in questo ti chiedo se è una mia impressione oppure no

“Esatto, maturato, credo sia anche normale con il passare degli anni. A 20 anni avevo sicuramente un approccio diverso rispetto a quello di oggi che ho 30 anni. La cosa che però non è mutata è la costanza e lo studio. Ho sempre dato importanza alla mia vocalità dati gli studi che ho fatto e le conoscenze tecniche acquisite. Se prima però basavo tutto sulla tecnica vocale, oggi il mio approccio parte dai testi a da quello che voglio comunicare a chi mi ascolta. In Kuala Lumpur, ad esempio, ho cercato di confluire il genere soul/r&b, che mi rappresenta con arrangiamenti pop per arrivare ad un testo più quotidiano quasi indie e che riesca a parlare a tutti”

Tra l’altro ho trovato un ‘home’ video’ in cui canti in inglese un pezzo di Leonard Cohen, ‘Halleluja’. Hai un’estensione vocale molto interessante e esprimerti in inglese ti regala una marcia speciale. Hai prodotto ancora qualcosa in inglese?
Ho sempre amato cantare in inglese, soprattutto le cover. A livello di mie produzioni ho un singolo in inglese, “Love Revolution” uno dei miei primi lavori. Mi sono divertito a realizzare questo brano che richiama molto le sonorità dei Coldplay. Mi piace la mia voce se penso al panorama internazionale ma è pur vero che in Italia è difficile uscire con un brano in inglese e per questo le mie produzioni si sono spostate sull’indie/pop italiano. Non escludo però un giorno di fare altre produzioni in inglese”

Rendi tantissimo Cristiano in inglese.  Un respiro ‘spazioso’. Secondo me una strada da non lasciare in disuso. Invece la novità che mi sembra tu abbia inserito nel tuo ultimo Kuala Lampur è l’elemento etnico, hai ‘contaminato’ il suono decisamente cantautorale italiano, con tracce di musica orientale creando un mix ottimo, tanto da premiarti, come già detto. E’ vero oppure avevi già utilizzato queste sonorità in altri pezzi?

No, non avevo utilizzato prima elementi etnici nei miei brani. Quando sono in studio cerco sempre, insieme al mio produttore Marco Canigiula, di farmi ispirare da cose nuove. “Kuala Lumpur” è nata in un momento importante del mio percorso, in cui ero alla ricerca di un’identità artistica sempre più definita e in equilibrio tra il mercato discografico e la mia vocalità e credo di esserci riuscito”

Sotto quale spinta o ispirazione hai composto questo brano il cui video clip poi, giustamente, è stato girato là dove queste sonorità nascono o sicuramente si diffondono?

Come di consueto ero in studio con Marco Canigiula e, guardando un video su YouTube, ci siamo lasciati catturare dai generosi scenari della Malesia. Nasce così l’idea di voler ambientare “la fine di una storia d’amore” nella meravigliosa cornice della capitale malese. Sono molto felice che alla produzione del brano abbiamo collaborato importanti musicisti e soprattutto grandi amici come Jacopo Carlini (piano), Davide Gobello (chitarre), Matteo Carlini (basso) e Skywalker. Ognuno di loro ha reso tutto questo possibile”

Dal 2013 non ti sei più fermato. Che anno è stato per te?

Nel 2013 ho conosciuto Marco Canigiula e la realtà di Cantieri Sonori grazie ad amicizie in comune. Quell’anno avevo un progetto swing/jazz denominato “Armonya” in trio con i miei amici Alessandro Corsi e Roberto D’addio. Insieme a Marco abbiamo lavorato a vari brani uno dei quali è stato selezionato l’anno successivo per le finali del “Festival di Castrocaro””

Nel 2015 firma un contratto con Cantieri Sonori. E’ stata una svolta
Si, dopo l’esperienza di Castrocaro il trio si è scelto, ognuno ha preso strade diverse. Nel 2015 Marco mi propose un contratto discografico come solista. Tra noi, oltre ad una stima reciproca a livello professionale, c’è soprattutto un importante rapporto umano che ci permette, ancor’oggi, di proseguire questo percorso insieme”

Ma nel tuo passato ci sono altre vittorie di cui essere fieri. Con col brano “Sconnessi” ((colonna sonora dell’omonimo film di Christian Marazziti) ricevi la candidatura ai Nastri D’Argento come “Miglior Brano Originale”. Anche in questo caso, che esperienza è stata? Cosa ti ha regalato, cosa ti sei portato dietro?

E’ stato un grandissimo orgoglio. E’ stato già molto emozionante scrivere la colonna sonora di un film, ancora più bello vedere il proprio nome nei titoli di coda al cinema. Poi essere candidati ad un premio così prestigioso è sicuramente una bella ciliegina sulla torta

E l’anno scorso hai vinto “Play! Storie Che Cantano” con il brano “Guernica”, un pezzo di quelli tosti, senza tanti fronzoli. Noto che lavori sempre o quasi con la stessa squadra, è importante per la buona riuscita del prodotto, vero?

Assolutamente si! Avere un team solido sia a livello professionale, ma soprattutto umano è importante per la buona riuscita di un progetto artistico. Lavoro da 5 anni con Marco Canigiula e il team di Cantieri Sonori e ormai c’è così tanto affiatamento che scriviamo brani in poco tempo, ci capiamo al volo, siamo sempre pronti insieme a sperimentare cose nuove. Ma questo non mi impedisce di avere altre collaborazioni. E’ importante sempre prendere anche dagli altri” 

E ad oggi che novità ci sono per te?

“Le novità ci sono e spero di potervene parlare presto!”

Non posso non farti una domanda relativa a questa emergenza sanitaria mondiali. Come è andata a te? Come è stato? Hai trovato modi alternativi per fare musica?

Per noi lavoratori della musica è veramente dura! Non poter fare concerti live, non poter insegnare per bene, non poter incontrare il proprio pubblico non è per nulla facile ma capisco che la salute è la cosa più importante. Per fortuna non si è fermato il lavoro creativo e la realizzazione di nuovi brani, con tutte le dovute precauzioni che la situazione attuale ci impone riesco ad andare in studio frequentemente e a lavorare con il mio team. Facciamo dei sacrifici oggi per tornare domani”

Hai tutte le qualità per arrivare in alto e tutte le esperienze che servono. A che punto è la tua carriera oggi?

“Credo ad un bel punto ma c’è ancora molta strada da fare e la stiamo facendo! Stiamo già lavorando a nuovi progetti che presto saranno di tutti”

….. questa è libera Cristiano…

“Credo di aver detto abbastanza. Posso solo aggiungere di continuare a seguirmi e aiutarmi a far arrivare la mia musica a più persone possibili”

Concludo questo incontro scegliendo uno dei brani prodotti appunto dopo la firma del contratto che lo legava alla Cantieri Sonori,  “Tutto Quello Che Non Siamo” grazie al quale è entrato a far parte dei 60 finalisti a Sanremo Giovani 2016