L’intervista: l’alt-funk rock dei PIQUED JACKS. Il 19 marzo prossimo Pre-order “Synchronizer”, l’Album

Un’energia che non potrà che travolgervi.

Ora sono pronti per l’Italia, per il pubblico di casa. La band infatti, dopo essersi formata nel 2006 a Buggiano, in provincia di Pistoia, prende ben presto la via del rock internazionale. Strade che si incrociano, incontri fortunati, il sound giusto, li trattiene nei luoghi sacri della musica nel mondo, con una maggiore stabilità in Inghilterra e negli Stati Uniti, in California dove sbarcano e fanno il pieno di palinsesti radiofonici e televisivi. Premi e riconoscimenti, alcuni anche in Italia come il mitico e desiderato per molti musicisti Arezzo Wave Festival. Cambiamenti nella formazione non sono mancati, ma questo non li ha mai spaventati.

Noi abbiamo già parlato di loro. Qui per conoscerli meglio

Già dal primo ascolto si capisce quanta carne ci sia sul fuoco e quanta già ne sia stata cotta, esperienza, un suono convinto e che convince. E sono anche divertenti, hanno una buona dose di umorismo, come scoprirete leggendo questa intervista.

Vi considerano in po’ come la risposta europea/italiana ai californiani Red Hot Chili Peppers che in effetti in alcune performance (anche in Elephant) richiamate, ma non disdegnerei neppure un richiamo ai Coldplay. Sono la prima a fare questo accostamento?
“Sia Coldplay che RHCP sono parti fondamentali del nostro percorso e ci hanno guidati sia nel nostro avvicinamento alla musica che nei primi periodi creativi. È da un po’ che a livello artistico ci stiamo allargando anche e soprattutto verso altri orizzonti, ma entrambe le band rappresentano un esempio di chimica umana tra i membri in cui ci rispecchiamo molto. Senz’altro l’energia dei RHCP e le trovate scenografiche dei Coldplay sono tuttora un riferimento, anche se la parte che gli plageremmo più volentieri è il pubblico. Ah sì, ogni tanto Kiedis (cofondatore e frontman del gruppo rock Red Hot Chili Peppers n.d.r.) fa una capatina in studio da noi”

Sicuramente siete nati… internazionali, tutto il vostro percorso è rivolto all’estero, terreno in cui siete stati particolarmente apprezzati. Molto in Inghilterra… e vedi che ritorno alla terra dei Coldplay. Come è avvenuto questo matrimonio con il panorama internazionale, da subito. Quale conoscenza, contatto, oppure pianificazione di gruppo?

L’espatrio è stata una scelta molto naturale, data anche dal riscontro sempre entusiasta che abbiamo trovato sui palchi esteri. Negli anni abbiamo cercato naturalmente di dare un giusto seguito a tutte le nostre incursioni, mantenendo legami coi mercati da cui siamo partiti e piantando nuovi semi ogni volta

Per confermare tutto ciò che è stato detto, anche i vostri produttori sono nomi eccellenti nel panorama musicale americano e inglese. Cosa vi offre la vicinanza di ‘personalità’ di questo genere, di musicisti che hanno collaborato con i nomi più conosciuti oggi, come Lady Gaga e Ed Sheeran, tra i più popolari. Poi ci sono quelli più di ‘categoria’, specifici in vari ambiti.

Al di là della qualità dei risultati, gli aspetti che maggiormente ne guadagnano (oltre al banale curriculum) sono la risonanza e la credibilità della band; essere accostati ad un certo panorama è senz’altro più facile lavorando con alcune delle sue figure di riferimento, e in questo modo anche alla nostra musica viene dedicata più attenzione e considerazione a prescindere. Il motivo che ci ha spinto a instaurare queste collaborazioni è però un altro: quello della crescita artistica e professionale

Mi meraviglio come mai l’Italia non vi abbia ancora scoperti a dovere. Siete una band bella tosta, cosa manca per sbarcare nelle classifiche italiane o accedere a palchi più vicini al grande pubblico, ammesso che questo sia un vostro desiderio

“Grazie per queste parole. Per quanto ci riguarda non ci siamo mai chiusi al pubblico italiano, anzi, con la nostra fan base di casa abbiamo un legame davvero speciale. Non c’è una ricetta magica, i fattori sono molti; già provare, da parte dell’ascoltatore medio, ad uscire dai canali convenzionali per ricercare musica sarebbe un grande passo avanti nella direzione degli artisti emergenti. Probabilmente dipende anche da noi, a volte il troppo entusiasmo può rovinare il risultato, forse dovremmo metterci un po’ meno impegno. Comunque, se tutti i lettori di Musica Ribelle iniziassero ad ascoltarci metà del lavoro sarebbe fatto, quindi daje tutta!”

Palchi importanti comunque italiani ne avete calcati e in qualche caso ne siete usciti anche da vincitori, come ad esempio quello del Sanremo Rock nel 2019 per poi ripartire subito verso altri lidi perché selezionati come unica band italiana alla Indie Week di Toronto e sempre in Canada al Music Showcase, lo stesso che vi ha visti protagonisti anche in Grecia. Raccontateci un po’

Hai studiato, lode meritata. Siamo stati fortunati ad avere l’opportunità di viaggiare ed ognuna di esse è stata importante in un modo difficile da descrivere in poche parole. Eravamo già pronti per ripartire di questi tempi un anno fa, ma ci hanno bloccato sul più bello, oltretutto quando stavamo consolidando tra noi un legame davvero potente. Ci piace ricordare quei momenti specialmente in tempi di clausura, ma il palco a cui pensiamo più intensamente è sempre il prossimo

E avete partecipato anche a Tieni il Palco web Edition, un contest che tra i giurati ha visto anche noi di Musica Ribelle il Blog. Un evento che quest’anno ho personalmente trovato con molte marce in più rispetto al passato.

“Senz’altro una bella iniziativa per permettere agli artisti di non fermarsi in qualche modo. Se poi la qualità dei partecipanti si è alzata, significa davvero che è arrivato il momento di dar loro ancora più spazio”

Non parliamo poi di radio perché orami siete assidui di alcuni palinsesti di radio inglesi e in Italia su Virgin Radio.. che comunque non è di matrice italiana

Probabilmente avendo seguito un percorso diverso rispetto ai colleghi italiani, abbiamo avuto la fortuna di approdare in realtà altrettanto differenti ma allo stesso tempo prestigiose. Naturalmente li vorremmo tutti, i palinsesti. Invece del tour nei palazzetti (per ora), facciamo il tour dei palinsesti”

Il 15 gennaio scorso avete pubblicato il terzo estratto dall’album “Synchronizer” che dovrebbe uscire quest’anno. Il singolo si intitola, come accennato all’inizio “Elephant”. Un brano ricco in tutto, nel significato, nel sound, nel video e nelle firme che lo hanno accompagnato. C’è un commento che vorreste aggiungere a questo pezzo?

“Hai già detto tutto, perciò lasciamo che sia il video su YouTube ad aggiungere qualcosa. “Elephant” è stato un brano davvero apprezzato, abbiamo mangiato pane e complimenti per diverse settimane (però non siamo riusciti a metter su ciccia…). Riuscire a colpire nel segno è ogni volta una bellissima sensazione, che ci mette addosso ancora più voglia di spararvela addosso dal vivo a volumi indecenti”

C’è, come si dice, un minimo comun denominatore, tra i pezzi dell’album? Un pensiero che li lega, un’ispirazione, una particolarità musicale, etc etc?

“Ci sarebbe piaciuto dire che no, questo disco non ha una direzione e che l’abbiamo fatto completamente a caso, ma niente. Ci piace sempre confezionare i nostri lavori dando loro un’identità ed un concept che possano legare le canzoni fra loro e creare un mondo vero e proprio attorno all’intero dell’album.
Alla base di “Synchronizer” c’è un duplice messaggio: sincronizzare, appunto, il proprio orologio biologico sia con il presente e la bellezza di ciò che viviamo, sia con le persone che abbiamo intorno e a cui vogliamo bene. L’immagine di riferimento è quella della migrazione degli uccelli – che trovate su tutte le copertine – che uniscono le forze e si dirigono insieme e in armonia verso una meta comune”

Il 2020 è stato l’anno dell’inizio del dramma in cui ancora il mondo si dibatte, nonostante questo per voi è stato comunque positivo, tante cose sono successe.

Dai social sicuramente facciamo trasparire tutto l’entusiasmo per i momenti positivi, ma il periodo è stato e continua ad essere abbastanza difficile. Crediamo comunque che sia fondamentale il modo in cui uno decide di affrontare le cose. Come si dice, “c’è chi piange e chi vende fazzoletti” e noi vogliamo vendere i fazzoletti (e il disco nuovo)”

A proposito di pandemia, tutto bene? Con che spirito avete passato lockdown e restrizioni varie?

Con lo Spirito Santo”

So che c’è ancora tanto da sapere di voi, ma mi riservo per la prossima volta. Intanto questa è libera, c’è qualcosa che avete piacere di aggiungere?
19 MARZO 2021. PREORDINATE “SYNCHRONIZER”, IL NOSTRO STRAMALEDETTISSIMO NUOVO ALBUM. Al posto delle zeppole, tanto quelle le prendete ogni anno. Fate il regalo a questi quattro papini, su”