L’intervista: Marianna Cataldi, la voce di celebri colonne sonore ora scalda l’estate con “Summer Breeze”

Un’intervista a cuore aperto, tante le rivelazioni che Marianna Cataldi ha fatto nel nostro incontro. Non sono mancate sferzate al business discografico. Ma intanto torniamo su alcune brevi note biografiche per comprendere lo spessore di questa artista.

Marianna Cataldi è una cantante, autrice e compositrice tarantina, conosciuta soprattutto per aver cantato il brano “RIFLESSO” nel film MULAN della Walt Disney, per essere la voce della sigla dell‘ISOLA DEI FAMOSI, e della sigla della seguitissima soap LA FORZA DEL DESIDERIO di Rete4, ma anche interprete in altre colonne sonore di film tv e cinema. Ha all’attivo 4 album digitali, 2 anche in uscita fisica come l’album “THE POWER OF PASSION” del 2015 fatto con la Budapest Scoring Symphonic Orchestra, e distribuito da Sony per i territori di lingua tedesca, e da Naxos nel resto del mondo. Ha composto musiche per la tv e per il cinema, e scritto brani per altre artiste, tra cui Francesca Alotta e Arianna Bergamaschi. Questo terzo singolo digitale “SUMMER BREEZE”, di cui Marianna Cataldi è anche autrice di musica e testo, è uscito il 3 giugno sulle piattaforme digitali e dal 3 luglio è anche in rotazione radiofonica

Una voce potente ed eclettica, teatrale, con un background che va molto oltre questo cappello introduttivo. Una voce che sa essere ‘ogni sentimento’, tenero, potente, carezzevole e graffiante. E la sua ultima creatura, “Summer Breeze” ha tutte le caratteristiche e le qualità per diventare un vero tormentone estivo. Persona solare anche nella socialità, come mi ha dimostrato di essere nei nostri vari colloqui prima di procedere a questa intervista. E come direbbe il collega, molto più noto di me, Pierluigi Diaco “Marianna Cataldi, persona intellettualmente onesta”

La prima domanda che le ho rivolto è quella relativa ai successi Disney

Come è accaduto che praticamente già dai primi anni di carriera fossi notata dalla Walt Disney che ti fece interpretare la canzone “RIFLESSO” (brano che in molti erroneamente credono cantato nel film da Syria) e “MOLTO ONORE CI DARAI” nella versione italiana del film di animazione MULAN. Un bel colpo!

Come tutte le cose nella mia vita, legate alla musica, sono fortuite e grazie ad altri che hanno fatto il mio nome. Nel 1998 dall’America avevano ascoltato tutte le voci italiane per il doppiaggio cantato, cercando prima sempre fra i personaggi famosi, senza che nessuna avesse però il timbro che loro avevano in mente per la voce di Mulan, così in Italia, chiesero a Michele Centonze ( l’allora produttore di Jovanotti, e che curava gli adattamenti delle canzoni in italiano e le registrazioni) di cercare anche tra i non famosi, ed è stato allora che le coriste di Ramazzotti (con le quali avevo lavorato in Mediaset) non so perché, ma le ringrazierò sempre, gli hanno fatto il mio nome. E così qualche giorno dopo mi sono ritrovata a Forlì, in questo grande studio ad imparare al volo e provinare una meravigliosa canzone “RIFLESSO”, sul primo cartone della Disney che avesse il labiale in sincrono al cantato. Esperienza faticosa ma emozionantissima. Pochi giorni dopo, nel cuore della notte, ho ricevuto la chiamata di Monica e Manu, le amiche coriste, che mi gridavano che sarei stata una principessa Disney per sempre”

Che esperienza è stata? Come l’hai vissuta?

Sinceramente quando me l’hanno proposto, credendo poco alla meritocrazia, ho pensato che non potevo non accettare di andare, ma non mi aspettavo niente, se non prendere magari altri contatti lavorativi. Ho di mio una sensibilità estrema che mi porta a sognare, a fare voli pindarici per poi ritrovarmi per terra col sederino e il cuore dolenti, per cui ho cercato di rimanere con i piedi per terra. Quando però poi ho ascoltato, lì, per la prima volta, quella meravigliosa melodia, mi sono commossa e mi sono sentita grata per avere avuto la possibilità, anche solo di partecipare ad una cosa grandiosa, come un film di animazione della Walt Disney, per cui ho chiuso gli occhi e mi sono lasciata trasportare completamente da quello che la melodia e le parole mi procuravano, delle nuove fortissime emozioni. La sera ero esausta ma davvero felice, e tornando a casa mi sono imposta di non pensarci più, perché ero sicura che mai avrebbero scelto me, perché tanto sarebbe arrivata la solita raccomandata di turno. Mi sbagliavo. Ricordo quando sono andata a vederlo al cinema, al momento della canzone sono stata investita da una tempesta solare. Ho pianto, e per tanti, tantissimi motivi”

 Ma sembra che da allora il cinema non ti abbia dimenticata perché hai continuato ad interpretare brani per colonne sonore, sempre di pellicole di alto livello

Credo che l’aver mescolato la mia parte classica con quella soul, abbia creato in me la consapevolezza di poter accedere a diverse sfumature per ogni colore, creando una libertà di gamma vocale infinita, che mi permette di trovare un vestito per ogni emozione, e dato che la musica enfatizza proprio quelle, poco importa che sia di matrice pop o operistica, se poi è funzionale. Di questo si è accorto il maestro Valeriano Chiaravalle, ancora prima che io stessa ne fossi consapevole, e me lo ha fatto scoprire quando mi ha chiamato per cantare le sue sigle, anche se diverse tra loro per genere,  io ho dato un mio diverso suono ad ognuna. Il bello di lavorare con i grandi, è che ti sanno lasciare libera, la loro fiducia e stima ti permettono di dare il meglio di te”

Un altro ambito che direi ti ha accolta a braccia aperte è stata la tv, sei stata vocalist in programmi famosissimi. Anche questa parte cosa ti ha trasmesso? Che esperienza è stata, cosa ti è piaciuto e cosa invece non hai gradito?

La cosa bella di lavorare in tv è che fa fare tanta esperienza e conosci tanti professionisti, ma devi essere portata per stare sempre un passo indietro. In realtà come corista soffrivo tantissimo, troppo imprigionata in poche note, senza libertà di cambiare. Non è tanto l’essere prima donna, quanto il dover vivere la musica restando imprigionata dentro ad una manciata di formichine che macchiano lo spartito, non è nella mia indole. Io non canto mai una canzone nello stesso modo 2 volte, perché sento di avere una bomba che sta per scoppiare dentro. Per cui queste esperienze mi sono servite per capire che la mia strada è quella da solista”

Non parliamo poi di sigle di soap tv….

Poter cantare la romanza DOLCE FOLLIA, la sigla della seguitissima soap di Rete4  “LA FORZA DEL DESIDERIO” è stato un altro dei regali della musica. Una di quelle melodie da brividi al primo ascolto, e devo ringraziare sempre il maestro Chiaravalle per aver pensato a me, è lui che mi ha introdotta al pop/lirico/soul facendomi scoprire il mio mondo vocale contaminato, dandomi la libertà di seguire solo me stessa per fondere insieme istinto e maestria”

E come lo diciamo che sei la voce di una delle sigle più conosciute della tv italiana, de ‘L’Isola dei famosi? Il tuo acuto è ormai storia.

 “Qualcuno lo ha definito l’urlo dell’Isola, e qualcun altro non ne può più di sentire questa pazza urlare in casa ad ogni ora, nei mesi di messa in onda del Reality.

Per me è stato divertentissimo perché mi è stato chiesto di improvvisare, sapendo anche del mio passato live nel funky e nel blues, e così ho sciolto le briglie al mio cavallo. Odio sentire ancora alcuni saputelli che affermano sia invece una voce campionata. Uomini di poca fede…”

E questa è solo una parte della tua carriera che si avvale di tanto studio e di una capacità sofisticata di utilizzare la voce. Certo è che penso che meriteresti di essere totalmente riscoperta. Come vivi questa carriera lunghissima e ricca di successi senza aver ‘scavallato’, come si dice in Toscana, quando vai oltre il passo di una montagna?

Ci sono state grandi opportunità per farlo, ma purtroppo ahimè, a me sono capitate solo proposte indignitose e poco pulite. Ancora oggi esiste questo baratto per le donne, e se questo deve essere il mio prezzo per la fama, non posso accettarlo, sporcherei la cosa che ho di più bello in me. Vivo la musica come un dono, ma difenderò sempre anche il mio valore come essere umano. Quando, e se, arriverà mai l’opportunità pulita anche per me, allora accetterò

Pensi di non aver fatto abbastanza o di aver fatto troppo?

A volte è questo che ancora oggi spaventa, in alcuni contesti. La verità? Spaventa una donna che fa troppo, ancora oggi. Tu te la canti e te la suoni ad un uomo non si dice. Se sei uomo e sei un cantautore musicista, sei uno con i cosiddetti, se sei una donna cantautrice e musicista e hai carattere, allora sei una che rompe i cosiddetti. Fortunatamente avendo una etichetta Indie, sono libera di essere me stessa, senza dover fingere di essere più stupida e meno capace. Per essere presa sul serio in passato spesso ho dovuto nascondere la mia femminilità e anche imbruttirmi. Ora non mortificherò mai più me stessa per piacere a nessuno o per farmi prendere sul serio”

Perché se poi passiamo alla seconda fase della tua carriera… c’è di che stupirsi che tu non abbia ancora il tuo posto al sole. Per esempio nel 2009 esci con un tuo singolo ‘I Need You to Survive” che anche in questo caso ti lega al cinema.

Questa ballad pop/rock l’ho composta in mezz’ora, in un periodo un po’ nero della mia vita, ed è uscito di getto. Anche il testo ha le mie venature dark, e forse proprio per questo è stato scelto e incluso nella colonna sonora italiana del film horror  Horror “2012 – l’avvento del male” della 20th Century Fox. C’è uno strano filo nella mia vita che mi collega alle colonne sonore

Considerando l’attenzione che le produzioni americane ti hanno riservata, non hai mai pensato o avuto occasione di pensare anche a quel mercato, uscire dai confini italiani?

Si, ci ho pensato e me lo hanno consigliato in tanti, ma perché per avere successo in Italia bisogna prima andare fuori, e poi ritornare? Quello sì che sarebbe frustrante per me. C’è qualcosa di maledettamente contorto in tutto questo. No, se deve accadere, voglio riuscirci qui, nella mia Italia”

Hai vissuto tante esperienze come detto, passando anche per musical, gospel,… ma in quale sei veramente tu? In quale riconosci la tua unicità?

 “La mia unicità credo sia invece proprio nella contaminazione, quanto più sono libera di essere me stessa, tanto più sono sinceramente io. Le etichette mi stanno troppo strette, perché possono essere fedeli alla Marianna di quel momento specifico, ma qualche mese dopo io potrei già essere diventata un’altra, con altre sonorità, e non potrei comunque rinnegare le precedenti, perché mi hanno condotta sin lì. Tutto è in divenire, ed io lo seguo

Addirittura ti sei ‘provata’ in lingue dialettali (Aprile 2009 – Marianna Cataldi è l’interprete della romanza in dialetto calabrese ” GENTI DU SULI” e Dicembre 2018: esce il nuovo album di FRANCESCA ALOTTA dal titolo “Anima mediterranea”, che contiene il brano “AMURI MIU” la cui musica è stata composta da Marianna, mentre il testo è della Alotta, ed è in siciliano)

Mi affascinano i dialetti, a partire dalla musica classica partenopea che ha esportato la nostra melodia e cultura nel mondo, credo siano ancora più melodrammatici nell’appoggiare il suono, e questo fa vibrare la mia parte più profonda e verace

Ed ora sei uscita con un brano che ha tutte le potenzialità per diventare un vero tormentone estivo, orecchiabile, ritmo latino, voce splendida, fisique du role,… come sta andando il tuo nuovo singolo?

 “Qualcuno mi ha rimproverato di essermi venduta alla radiofonicità, la verità è che durante il lockdown ho pensato solo a scrivere melodie che mi appagassero, che mi estraniassero e mi portassero nel mio mondo parallelo fatto di eterea felicità. Così è nata “SUMMER BREEZE” come la ballata romantica per le coppie giovani e no, etero e non. Il resto non l’ho pensato, quindi se in radio funziona e piace, non posso che esserne felice. Di certo so che piace ad ogni fascia di età, e che fa stare bene per 3 minuti, questo per me è già un successo”

Ci presenti Natan Jay? 

Di Nathan posso dirvi solo che è un ragazzo giovanissimo del Canada, che ha una voce meravigliosa ed un grandissimo talento, ma non posso dire di più. Lasciamo il mistero. Spero sentirete parlare presto di lui”

Ti ricordo una cosa che ti è stata detta a proposito del tuo lavoro e che proprio non hai digerito?

Si, anni fa durante le prove di una trasmissione mi sono trovata ad essere costretta a cantare in maniera totalmente diversa dal mio stile, una vera forzatura che mi stava facendo soffrire. Questo e che non passò inosservata al Maestro Pippo Caruso, con il quale ho avuto la fortuna e l’onore di aver lavorato più volte. Proprio per questo conosceva bene le mie caratteristiche vocali, le mie interpretazioni, tanto che appena finite le prove, mi si avvicinò e mi disse nell’orecchio: “Ricordati che domani è una diretta, quindi sali su quel palco e canta come vuoi tu!”. Mi si sono riempiti gli occhi di lacrime e il cuore di gioia, perché avevo lui dalla mia parte”

Mi sembra di capire, da tutto questo che tu sia un’artista di passionalità pura. Quanto invece riesci a gestire intenzionalmente i tuoi progetti? 

I miei progetti sono la stampa 3D della mia anima, non potrei non esserci dentro totalmente, ma lascio molta carta bianca agli arrangiatori e orchestratori a cui mi affido, perché so che mi conoscono, e la loro sensibilità gli permette di cucirmi addosso l’abito migliore per quella mia composizione. Amo comunque collaborare con chi non si impone, gli Hitler della musica non li voglio sulla mia strada di libertà espressiva, chiedo che siano il mio valore aggiunto non un’appropriazione indebita

Un tuo sogno? 

Ne ho tantissimi non avverati, alcuni li ho dovuti buttare via perché ormai non potranno mai più avverarsi. Il cassetto è meno pieno, ma sono rimasti alcuni che non sono per me stessa. Quelli vorrei si avverassero anche dando in cambio tutti i miei sogni personali”

Con chi vorresti esibirti e su quale palco? 

Sanremo è il palco che sogno di calcare da sempre, un giorno spero che accada il miracolo e si apra quella porta dell’Ariston anche per me. Invece di artisti con cui vorrei esibirmi ce ne sono tanti, ma inizierei con Mario Rosini, che è sicuramente la più bella voce maschile che abbiamo in Italia

Come vivi l’essere un’artista indipendente?

Con grande rilassatezza, mi sento a mio agio, so di essere libera di esprimermi, e di essere supportata in questo, anche se le piccole etichette non hanno la forza discografica che hanno le major, che ti assicurano passaggi tv e radio, ma con troppi dictat spersonalizzanti e castranti. Loro pensano al business, al denaro, lo comprendo, ma così la libertà di espressione diventa utopia, e per me sarebbe un prezzo troppo alto. Per cui accetto di essere meno nota

Come si potrebbe fare per aiutare la discografia indipendente in Italia e dare la possibilità agli artisti meritevoli di farsi ascoltare dal grande pubblico?

“Questo è un tasto dolente perché la nostra cultura musicale sta andando via via impoverendosi, le nuove generazioni ascoltano pochi generi musicali, e sempre più poveri armonicamente e melodicamente, e i networks hanno la loro responsabilità. A parte la questione di gusto personale, basterebbe una legge, come in Francia,  sulle quote fisse di programmazione, nel 1994 infatti la legge Toubon ha imposto alle radio di inserire nel proprio palinsesto una quota di musica francese pari al 35-60%, comprese le indie. Cadrebbero dei monopoli. Non gli faremmo più scegliere al nostro posto, cosa è più giusto per noi ascoltare, ma avremmo un’ampia gamma in cui poter davvero scegliere, noi per noi stessi. Accadrà mai anche in Italia?”