L’intervista: Riccardo Inge e il suo cambio d’..abito! Nuova etichetta e nuovo disco “Fulmicotone”

‘Devi avere una forza di volontà enorme perché nessuno ti regala qualcosa. Devi essere davvero convinto di avere qualcosa da dire’ R.Inge

Ho deciso di appendere i miei vestiti doppi e metterli via. Finora i vestiti doppi sono stati un veicolo importante e caratteristico con cui raccontarvi la mia doppia vita. In alcuni casi un valore aggiunto, in altri un grande limite. E ultimamente questo limite stava crescendo sempre di più fino a diventare quasi un blocco per la crescita di questo progetto. Perciò, nonostante rimanga sempre un ingegnere/cantautore ho deciso di fare questo passo per me davvero importante perché mi sento pronto a condividere con voi tutto il mio lato artistico e tutto quello che ho al 100% senza maschere, costumi di scena o filtri. Solo io e la mia musica e la mia band”

Musica Ribelle il blog, si era già interessata a Riccardo Inge. Già dal primo ascolto avevamo percepito il suo valore e la qualità del suo prodotto musicale. Una canzone via l’altra, ci si è aperto un mondo intorno a lui, che si capisce essere avvezzo alla musica e ai buoni prodotti. E i suoi video clip sono come le patatine, uno tira l’altro e ognuno ha il suo mondo, pur mantenendo lo stile chiaro e rocking di Riccardo.

Poi all’improvviso il suo post su Instagram

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🔴 HO PRESO UNA DECISIONE CLAMOROSA 🔴 • La prima news di questo mese é che ho deciso di appendere i miei vestiti doppi e metterli via. • No, non ho alcuna intenzione di lasciare il progetto Riccardo Inge, anzi: negli ultimi tempi ho avuto modo di pensare che fosse necessario passare a uno step successivo per poter evolversi, crescere e superarsi. Finora i vestiti doppi sono stati un veicolo importante e caratteristico con cui raccontarvi la mia doppia vita. In alcuni casi un valore aggiunto, in altri un grande limite. E ultimamente questo limite stava crescendo sempre di più fino a diventare quasi un blocco per la crescita di questo progetto. Perciò, nonostante rimanga sempre un ingegnere/cantautore (e viceversa), ho deciso di fare questo passo per me davvero importante perché mi sento pronto a condividere con voi tutto il mio lato artistico e tutto quello che ho al 100%, senza maschere, costumi di scena o filtri. • Solo io, la mia musica e la mia band. • No, ovviamente non sarò nudo e sicuramente userò un altro modo per comunicarvi a livello visivo le mie emozioni. E noooo: non lo sto facendo perché ultimamente sto diventando più cicciotto e non mi vanno più i vestiti vecchi! 😶 • Presto altre news 📣 • #inge #cambiolook #vestitodoppio #ciaociao #appendere #news #clamoroso #decisione #indieitaliano #popitaliano #popitalia #musicaitaliana #musicaemergente #maschere #costumi #musica #musicanuova #inediti #nuovecanzoni #novità #emergenti #canzoni #idee #limite

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E il 25 settembre scorso l’uscita del suo nuovo singolo “Fulmicotone” con LaPop, “una piccola etichetta indipendente che ha deciso di ‘adottare’ me e la mia musica” ha spiegato sempre sui social – “Il suo nome – ha spiegato riferendosi all’etichetta –  rappresenta esattamente la mia voglia di riportare il focus sul vero Pop italiano per antonomasia attraverso gli emergenti.Sarà la mia nuova squadra con cui usciranno tutte le mie prossime canzoni. E’ l’inizio di un nuovo viaggio che vedo nascere fra le mie mani”

Una premessa da leccarsi i baffi e da non lasciarsi scappare. Così l’ho intervistato.

Riccardo Inge, quando parla di un senso ‘sdoppiato’ della vita sicuramente si riferisce anche e soprattutto al suo vissuto in quanto ingegnere nella vita, ma anche cantautore.

Riferendomi al primo post su Instagram ovviamente non potevo che chiedergli, con grande curiosità ‘affermazioni che tuonano e oggi sappiamo in parte cosa è successo. Siamo curiosi. Insomma, perché riporre i vestiti doppi, che tra l’altro io adoro!?”

I vestiti doppi sono stati una parte integrante di questo progetto. L’idea iniziale era quella di tradurre questa contrapposizione tra la mia parte razionale e quella artistica attraverso qualcosa che si potesse vedere e che potesse arrivare alle persone anche prima della musica. Ormai è un dato di fatto che rimaniamo più facilmente colpiti da qualcosa che vediamo di strano o di diverso rispetto che dall’ascolto di una canzone per la prima volta.

A lungo andare, però, mi sono accorto che stavo diventando prigioniero di questi vestiti. Vestiti, peraltro, spesso denigrati, anche se la differenza è solo la notorietà: li avessero indossati Lady Gaga o Achille Lauro non ci sarebbe stato problema. Inoltre, non avendo i mezzi per poter evolvere ulteriormente i vestiti doppi in maniera sempre nuova, una buona idea a poco a poco è diventata un limite. Alla fine il mio progetto colpiva quasi più per l’outfit che per le canzoni. Una ripetizione che toglieva spazio al valore della mia musica e che mi faceva emergere come un ‘amatore’ agli occhi dei professionisti del settore.

Per tutti questi motivi ho deciso di fare questa scelta. Per dare massimo spazio alla musica, con la possibilità un domani di riprendere senza preclusioni da quanto ho interrotto con, magari, più mezzi, più idee e più possibilità”

Un percorso professionale il tuo molto interessante proprio perché pieno di elementi discordanti, in antitesi, forse da qui la rappresentazione ‘doppia’ nella comunicazione della tua immagine?

Racconto la difficoltà che ho nel trovare un equilibrio tra la mia parte più razionale (l’ingegnere) e quella più irrazionale (artistica). Credo che tante persone come me vivano questa difficoltà e mi piacerebbe andare a colpire proprio loro con questo progetto” 

Ingegnere/cantautore, anche se questi poli sembrano opposti, appunto, in effetti anche i numeri hanno il loro lato artistico. Sei d’accordo?

Verissimo. La musica è anche matematica oltre che emozione. Ho visto di recente un TEDtalk in cui si raccontava come un musicista sviluppa e utilizza il cervello in maniera unica rispetto a qualunque altra persona che svolga un’altra attività (artistica o meno). Durante una suonata, il cervello è come se fosse pieno di fuochi d’artificio e sia la parte della razionalità che della fantasia tendono a collaborare più facilmente”  

Però il tuo sound è rimasto pressoché inalterato, la battuta rock, la voce graffiante su testi che vogliono raccontare. Sbaglio?

Il progetto non è cambiato e rimane sempre lo stesso: pop italiano con qualche vena indie e rock nella scrittura a seconda dei casi. Anche perché io non sono cambiato. Direi che sono cresciuto. Mi piace usare la parola ‘consapevolezza’. La più grande differenza la fa questo ingrediente che forse prima mancava. Sono convinto del lavoro che ho fatto sui nuovi brani e ne ho avuto in particolare la conferma quando ho registrato le voci. Come dico in una delle mie ultime canzoni: “mi gioco tutto quello che ho”

Ecco, dove o cosa ti ispira? Cosa ti rende creativo?

Non c’è una situazione specifica, ma posso dire che la maggior parte delle volte dipende da un momento in cui posso stare da solo con me stesso.

Capita raramente perché siamo sempre collegati a qualunque cosa. Un esempio sono i miei viaggi in moto per andare a Milano e ritorno, all’interno delle saune o delle vasche di una spa e così via. Luoghi diversi (e anche strani oserei dire) dove puoi isolarti per un tempo che può sembrare a volte quasi infinito. Oppure di notte nel mio piccolo studio a casa” 

Adesso però parliamo del presente di cui abbiamo accennato in apertura. Allora, nuovo contratto, nuova etichetta, grande vitalità. Come è avvenuto questo ‘matrimonio’? Cosa ha avvicinato la label LaPop alla tua musica?

Ci siamo sentiti la prima volta qualche mese fa. Avevo inviato le mie nuove canzoni per un ascolto preliminare a diverse etichette. Tra queste mi ha risposto laPOP che mi ha presentato cosa avremmo potuto fare assieme. Finora sono sempre stato solo e volevo qualcuno che potesse aiutarmi a far crescere questo progetto. Purtroppo già il mercato discografico è in crisi, in più quanto successo con il COVID ha tagliato le gambe a tutti ancora di più. Trovare qualcuno che possa lavorare la tua musica è molto difficile anche se hai un buon prodotto. Per questo ho apprezzato laPOP e spero di poterci togliere assieme qualche soddisfazione”  

 Il 25 settembre è uscito il nuovissimo singolo “Fulmicotone”. Come è nato, da quanto tempo era in preparazione?

“Si tratta di una canzone che ho iniziato a scrivere circa 2 anni fa. Ha attraversato poi una grande evoluzione, soprattutto nel chorus che ho riscritto da zero prima di rientrare in studio per renderlo più incisivo. Racconta la storia di uno ‘stronzo’ che dedica una canzone a una ragazza, nonostante la loro storia non nasca. L’amore è fatto da talmente tante sfumature che credo si possa voler bene a una persona anche se poi non si vive insieme una storia. Da qui la domanda “può uno ‘stronzo’ avere un cuore?” Io dico di sì”

Come lavorerà con te l’etichetta? Che progetto avete insieme, se è possibile saperlo?

Si occuperanno ovviamente della distribuzione e della promozione attraverso i loro canali. Abbiamo, inoltre, come ufficio stampa Red&Blue. L’obiettivo che ci siamo dati è di puntare all’uscita di un album composto da alcune canzoni già uscite e altre che non vedo l’ora di condividere. Le tempistiche purtroppo dipendono dalla risoluzione della situazione COVID: se non si può riprendere a fare live full-time eviterei di fare uscire un album. Non avrei la possibilità di promuoverlo dal vivo adeguatamente”

Quanto è complicato, oppure quanto non lo è, oggi, intraprendere una carriera come la tua? Quali sono gli ostacoli più ostici?

Prossima domanda? (scherzo). Credo che sia molto complicato e che dipenda dalle motivazioni e dagli obiettivi. Devi avere una forza di volontà enorme perché nessuno ti regala qualcosa. Devi essere davvero convinto di avere qualcosa da dire. Si tratta di una grande presunzione, ma è l’unica cosa che non deve mai mancare. Gli ostacoli più grandi sono rappresentati da un’offerta esagerata (tutti possono fare e distribuire musica facilmente) per roba usa e getta all’assenza di soldi per garantire un’adeguata promozione al lavoro su cui hai speso tanto sudore. In passato avevo perso di vista quest’ultimo punto, essenziale per poter far viaggiare le proprie canzoni e non buttare via un lavoro magari ben fatto, ma senza pubblicità

Un altro punto a tuo favore sono i videoclip, a mio parere. Belli, costruiti e confezionati molto bene, storie raccontate che vogliono essere guardate sino alla fine. Come avviene la creazione di un video? Chi collabora con te?

Il soggetto e l’idea di partenza per un video nasce in maniera simile a una canzone. Ultimamente sto cercando di fare dei brainstorming con il regista dei miei video (Andreas Pinacci) in cui sostanzialmente viaggio a ruota libera e lui cerca di tenermi nel mondo reale. Più o meno c’è questa forma di collaborazione tipo architetto vs ingegnere: io creo qualcosa e lui deve farla stare in piedi.

Devo dire che è una cosa che mi piace fare e su cui spendo molto tempo e molti pensieri: mi piace viaggiare con la mente e immaginare i colori e le fotografie necessarie ad accompagnare una canzone”  

Nei tuoi post hai anche citato la tua band. Ce la presenti?

Certo: sono un elemento fondamentale di questo progetto. Sono Marco Benvenuti alla batteria e sequenza, il Fa al basso e Manuele Auciello alla chitarra (ultimo arrivato dopo due anni con Pietro Dalmasso).
In un certo senso siamo diventati quasi i Riccardo Inge, da quanto è importante la loro presenza e coinvolgimento nelle attività più importanti. A volte ridendo dico che siamo tipo i Bon Jovi, dove il nome di riferimento è del cantante anche se sono nella sostanza una band vera e propria con importanti individualità

Presenti un tuo pezzo al cui sei particolarmente legato, che abbinerò al videoclip, appunto?

Ho girato il videoclip di Fulmicotone qualche settimana fa e sono molto contento del risultato. Siamo riusciti a ricreare il mood che volevo anche grazie alla protagonista del video – Beatrice De Negri – che è stata veramente brava e paziente nell’interpretare la storia che avevo in mente pur non essendo un’attrice”

Cosa c’è nel tuo prossimo futuro?

Altre canzoni e altra musica. Sicuramente un album anche se non ho ancora certezza sul quando. E spero tanta musica live perché è ciò che permette a questo movimento di sopravvivere. Mi piacerebbe togliermi qualche soddisfazione, come salire su qualche palco importante con la mia band o riuscire a conquistare la stima e la fiducia di qualche fan. Sono convinto che il mio pubblico c’è e non vede l’ora di cantare le mie canzoni, solo che per molti di loro io non esisto ancora perché non mi conoscono

…questa è libera…

“Sei stata super dettagliata nelle domande e ti ringrazio per aver potuto raccontare così tante cose. Speriamo di risentirci presto per le prossime canzoni per raccontarti come sta andando e, magari, qualche piccolo risultato da condividere

Riccardo, ogni promessa è debito, non dimenticartene! Ti aspettiamo con prossime news.

E a proposito di viaggi…

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