L’Intervista: Roberta Giallo, l’artista poliedrica si racconta a due mesi dall’uscita dell’album “Canzoni da Museo”

Come da programma, il 3 dicembre scorso è stato pubblicato il nuovo atteso album “Canzoni da Museo”, per G-RO dischi, anticipato il mese precedente dal singolo “Fossi stato allevato dalle scimmie”. 

E’ un progetto musicale con cui Roberta Giallo pone le basi per un genere a lei nuovo trattandosi di un album di “poesie divenute canzoni”, come lei stessa ha spiegato. Di Roberta Giallo potremmo parlare a lungo, tanto quanto è ricco il suo percorso professionale, sempre a livelli ottimi grazie ad indiscusse qualità quali creatività, eccentricità, vocalità, teatralità,…

Ma tanto si è detto nel corso di questa nostra intervista, non la prima, perchè siamo molto affezionati a Roberta, che seguiamo con grande stima da tempo

Cara Roberta, abbiamo così tante cose da dirci..anzi hai così tante cose da raccontarmi che non so da quale iniziare. Tagliamo, come si dice la testa al toro e partiamo dalla più recente che devo dire getta rinnovata luce su di te. Ad inizio gennaio, quindi neppure un mese fa sei stata eletta Coordinatrice degli artisti all’interno della rete delle realtà associative della scena musicale indipendente ed emergente italiana. Cosa significa per te? E cosa rappresenta il contesto nella sua completezza? 

Mi è stato assegnato all’Unanimità un ruolo importante, in rappresentanza di una categoria che da sempre non gode di un buon assetto previdenziale, e che in tempi di covid ha faticato a “restare a galla”, economicamente e psicologicamente.
 Onestamente e
ro un pochino timorosa: il tempo è sempre poco, i tempi sono miseri e bui, e a me piace impegnarmi a fondo se e quando accetto un incarico; ma la grande fiducia di cui sono stata investita mi ha fornito quel po’ di coraggio mancante per accettare “questa recente chiamata”. Fare arte, fare musica, impegnarsi nel mondo della cultura al momento è una specie missione… una missione che tuttavia ho sempre accettato, perché profondamente chiamata a farlo, sia da una voce interiore che esteriore (dagli altri).
 Ora,
come Presidente Dell’AIA-Associazione Italiana Artisti e Autori, mi impegnerò perché al di là dell’aspetto “missionario” (che caratterizza tutti coloro che fanno il mio mestiere con dedizione),a nostra possa diventare una professione sempre più rispettata, e rispettabile.
 La sfida è immensa, la strada è impervia, ma bisogna pur tendere verso un ideale del giusto, no?
 Il confronto e il dialogo saranno le prime “armi” da utilizzare per questa sfida”

 
 All’inizio del mese scorso, quindi di dicembre invece, arrivando esclusivamente alla tua attività di artista, è uscito il tuo nuovo album “Canzoni da Museo” in cui unisci un po’ tutte le tue caratteristiche da performer, perché la tua essenza di artista è poliedrica, musicista, interprete, attrice e autrice. Ci racconti questa nuova esperienza, la sua impronta specifica?

Canzoni Da Museo” è un progetto aperto, multidisciplinare, in fieri. Nasce e ed è “compiuto” inizialmente come album di poesie divenute canzoni.
 Le poesie di Gastel, Rondoni, Roversi, ora hanno una nuova veste, e una nuova voce in musica.
 Da qui sono partita, dall’idea di fare un viaggio-altro, attraverso le
parole degli-altri, per approdare ad un “mondo nuovo”, fatto di quei versi da me musicati, poi arrangiati insieme a Enrico Dolcetto, infine ricomposti secondo un incedere narrativo che io vi ho scorto dentro.
 Di fatto l’album è una sorta di Odissea-esistenziale che inizia in un posto esotico del cuore con la traccia “Fossi Stato allevato dalle scimmie”, per poi approdare, con l’ultima traccia, su una terra che rivela “non rispecchiare” la nostra essenza; una terra in cui l’artista, il poeta, l’essere umano sensibile  è naufrago.“Approdato in questa epoca come un Naufrago”, così iniziano i versi dell’ultima traccia, e nel mezzo, la vita, gli accadimenti dialettici, oscuri e dolorosi, eppure illuminanti: l’amore, gli affetti, la natura, il potere, la società con le sue insidie e i suoi loschi giochi…
 Sono dunque partita da una “storia-collage”, composta da autori e poeti diversi, curando in un certo senso la regia dell’incedere dello svolgimento, attraverso la musica e la successione dei brani, il tempo nuovo d
ei versi e l’armonia e melodia che li hanno resi canzoni.
 E sebbene, come ho scritto sopra, l’album è in un certo senso un percorso compiuto, non è compiuto e forse mai lo sarà l’intero progetto “Canzoni Da Museo”, con il quale intendo portare la musica ne
i musei, così come installazioni e opere ad esso collegate.
 Le sto realizzando e diverse ne ho già realizzate, altre mi riservo di crearle durante la performance concertistica…
 Sul palco suonerò, canterò, esporrò, performerò, dipingerò, narrando, e ogni vo
lta, in base al luogo e allo spazio, sarà diverso, sarà esperimento, del singolo e della collettività che verrà ad assistere. Ecco, Canzoni Da Museo è un concerto-vernissage performativo acustico-elettronico, aperto a cambi di rotta…
 Vi segnalo il debutto
live ufficiale di questo particolare lavoro: 19 febbraio, Teatro di Performance D’Arte Sala Don Dante Bolelli, San Vincenzo di Galliera (Bologna).
 E non sarò sola, sul palco con me ci sarà Enrico Dolcetto, alla regia “elettronica”, al contrabbasso, e quand
o non mi sarà possibile, al pianoforte, perché spesso, sarò in piedi, impegnata a fare “altro”.
 
 Intanto un obbiettivo ambizioso: “raggiungere un pubblico variegato mettendo in risalto il valore alto della poesia – come tu specifichi –  coniugato con suoni ed arrangiamenti contemporanei e minimali, cosicché il linguaggio multimediale, tra audio, video e letteratura faccia incontrare pubblici distanti tra loro”

La poesia deve essere di tutti, e deve trovare vie nuove per arrivare a tutti. La musica è un linguaggio universale e  universalmente riconosciuto come tale. Io sono una donna che abita questo tempo, più giovane dei poeti di cui ho scelto di musicare i versi, ma meno giovane di coloro che potrebbero ascoltarmi… ravvicinare le generazioni, i “linguaggi”, mischiare le carte, perché si rigenerino…  in questo caso l’ambizione è l’auspicio di una contaminazione poetica e artistica, artistica e poetica, passando per il luoghi delle Muse, deputati alla conservazione, ma aggiungo io, alla “contaminazione” delle arti, e ironicamente di questi tempi, potremmo dire, delle persone. L’arte multidisciplinare è un virus meraviglioso, intendo diffonderlo!”
 
 In base a cosa hai scelto poeti e poesie?

Ispirazione. Intuito. Istinto. Stima. Affetto. Empatia. Tutto è accaduto con estrema naturalezza e anche per volere del “Caso”: sia la conoscenza diretta con i poeti Rondoni e Gastel (Roversi invece non l’ho mai conosciuto di persona, solo attraverso i racconti del mio amato amico e mentore Lucio Dalla, e poi del nipote del Poeta, Antonio Bagnoli, amico ed editore del mio romanzo…), sia il fatto che la prima poesia musicata piacque da impazzire a Giovanni Gastel, che avevo incontrato e conosciuto poco prima al Museo Maxxi di Roma…  luogo dove ero stata invitata ad esibirmi cantando e suonando, durante la presentazione del suo libro scritto insieme a Davide Rondoni, “Dare Del Tu Alla Bellezza”…  La vita è l’arte dell’incontro/degli incontri… no?”
 
 Perché Roberta hai intrapreso questa rotta? Che comunque a me non stupisce per il fatto che da sempre sei un’artista come si dice oggi, abusando delle parole, a 360 gradi. Le tue esibizioni sono performance, sono collaborazioni, movimento, parole e musica.

Hai risposto Tu! 🙂 Io “rispondo”semplicemente alla mia natura, alla mia indole, assecondandola e approfondendo, ogni volta, il discorso. Procedo a cassetti aperti, collegando “il tutto”.
 Funziono così. Sono abituata così,  on so come e quando è iniziata, ma in qualche modo è andata così… (e ad ogni modo, grazie!)”

 
 Come è stato accolto dal pubblico?

Direi bene, anche meglio delle aspettative. Il progetto, come dicevi tu, appare ambizioso, anche se secondo me non avrei potuto farlo altrimenti. La stampa, la critica, chi mi segue da tempo sta amando questo lavoro, e molti “nuovi”, che non mi conoscevano, mi stanno conoscendo attraverso “Canzoni Da Museo”. Tutto questo è straordinario… ma il bello ha da venire, l’album è appena nato, troppa strada ancora c’è da percorrere. E, nonostante i tempi, difficili, sono parecchio fiduciosa e paziente, anche perché non ho seguito mode, piuttosto a questo disco auguro “Vita imperitura”…”
 
 Domanda canonica, c’è un pezzo a cui sei più legata e perché?

Li amo tutti. E in base ai momenti, qualcuno di più. Posso dire però che la poesia che ha dato inizio a “questo mio trip” sinestetico è stata la poesia “Approdato in questa epoca come un naufrafo”: ecco, questo album esiste perché ho sentito una musica dentro quelle parole, le ho cantate e registrate piano/voce col telefonino… poi inviate a Giovanni Gastel… che ha talmente apprezzato il concept da tuffarsi con me nel mare grande di questo viaggio poetico-musicale…”
 

 Rimane fortunatamente inalterato il tuo stile e la tua immagine, che continua ad essere ricca di effetti, di colori

Certo! Io sono donna-camaleonte e camaoleontica! Una donna fluo bionica che viene talvolta dal futuro, talvolta dal passato… i colori sono parte di me, nero compreso! Mi aiutano a vivere, a giocare con la vita!”
 
 Il 20 gennaio scorso saresti docuta essere a Montecarlo, con Ernesto Assante noto critico musicale e molto altro che da tempo accompagna le tue esibizioni e con cui hai instaurato un vero sodalizio artistico, per presentare il nuovo spettacolo “Il mio incontro con Lucio Dalla”. Ma credo che le restrizioni da Covid19 abbiano inciso sui programmi
 “Lo spettacolo è stato rimandato… a maggio! Non vi dico perché, di questi tempi la risposta è ovvia…Ad ogni modo lo proporremo a Bologna il 4 marzo, quando Lucio Dalla Nacque.. e sarà bellissimo! Il Laboratorio San Filippo Neri è un luogo magico, cantare Lucio mi mette gioia, ogni volta! E anche in questo caso sarà uno spettacolo ricco e minimale al contempo… una bella sfida! Ma io ed Ernesto non la temiamo, deve essere una festa, la festa per Lucio e di chi ama Lucio! … alcuni miei ritratti e disegni dedicati “al semidio” appariranno nel background per aumentare la suggestione… vi aspettiamo!
 
 A proposito di sfide, quell’idea di formare una band femminile?

La band è lì nell’Empireo, ma scalda  i motori… alla prima buona occasione insieme a Camilla Missio, Paola Caridi, Chiara Carcano… ve le suoneremo!”
 
 In tutto questo hai trovato il tempo di scrivere un libro “Web Love Story”

Non so stare ferma. Oppure, mettiamola così: ci so stare, ma poi quando mi muovo, mi muovo parecchio!
 Era un sogno covato da tempo. Lo tenevo nel cassetto da tanti anni.
 Conobbi Lucio per via di quella storia. Volle conoscermi perché rimase colpito dalla bozza del romanzo e dalle canzoni ad esso collegate(che poi sono quelle confluite nel mio primo Album, “L’Oscurità di Guillaume”).
 Insieme a Mauro Malavasi, (musicista, produttore e persona straordinaria che me lo presentò), Lucio produsse uno spettacolo teatrale in cui cantavo, suonavo, recitavo, dipingevo… allora, se sono così è anche un po’ colpa di Dalla, di Mauro e Dalla: mi hanno sempre spinta a sperimentare e ad osare, senza riserve… e io li ringrazierò per sempre!”

Ora sei attesa invece al tuo prossimo concerto in cui presenterai il tuo nuovo album, previsto per  il 19 febbraio a San Vincenzo di Galliera nel bolognese..

“Sì sarà il mio debutto con il live dell’album “Canzoni Da Museo!”

Roberta concludo con una..libera
 “Seguitemi on-line( FB, IG, TWITTER) per poi venire a fare festa dal vivo, ai miei eventi, spettacoli, concerti, al cinema: l’incontro umano, la presenza, è una festa! e almeno questo l’epoca attuale dovrebbe avercelo insegnato…
 Tante cose devono mettere la testolina fuori, alla luce, e non vedo l’ora di mostrarvele, a teatro, al cinema, nei club, sulle “piattaforme del diavolo” o su supporti fisici… vedremo!
 Come sempre sto lavorando alacremente a nuova musica e a nuovi spettacoli, ma senza correre troppo, senza stupida fretta… ogni seme ha i suoi tempi, l’importante è seminare, e prendersi cura, con amore, del proprio giardino… e delle persone che amiamo! Buona fortuna a tutti/e/*!”

Roberta Giallo è una cantautrice, scrittrice e performer teatrale.
 Inizia la sua carriera aprendo il concerto di Sting in piazza del Plebiscito a Napoli in diretta su All Music. Viene notata da Mauro Malavasi che la presenta a Lucio Dalla. Insieme lavorano a uno spettacolo e al disco “L’oscurità di Guillaume” che ottiene un grande successo di pubblico e di critica (decretato migliore disco del 2017 da All Music Italia).
 Fa incetta di premi: il Premio dei Premi MEI, il Premio Bindi, il premio “Un Certain Regard” Musicultura, il Premio Inedito – Colline di Torino, il Cornetto Free Music Festival by Algida, la Targa Kora Premio Lauzi etc.
 Si esibisce nei più importanti teatri e luoghi della cultura, in Italia e all’Estero, portando in scena numerosi concerti e spettacoli con Federico Rampini, Ernesto Assante, Gino Castaldo, Valentino Corvino, Gnu Quartet e come soprano collabora con alcune delle più importanti Orchestre Italiane: Foi Bruno Bartoletti, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari etc. Si esibisce al MAXXI, alla Repubblica delle Idee (di Roma, Genova, Bologna), al Teatro Comunale di Bologna, al Teatro Vittoria di Roma, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, al Parco delle Musica di Roma, al Théâtre des Variétés di Monte Carlo, al Y-Theater di Hong Kong, al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro Nuovo Giovanni Da Udine, al Teatro dell’Archivolto di Genova, al Festival Della Filosofia di Carpi, all’Istituto di Cultura Italiano di Los Angeles e Oslo etc.
 Nel 2016 presenta il suo singolo Start al Mapei Stadium di Reggio Emilia.
 Nel 2018 viene chiamata per rappresentare la Musica italiana nel mondo in occasione del Festival della musica Europea al Make Music Hong Kong svoltosi al Tai Kwun.
 Nel 2018 e 2019 parte per un tour mondiale titolato “Astronave Gialla World Tour” che la vede portare in giro per il mondo, in solo piano e voce, le canzoni dell’album “L’oscurità di Guillaume” toccando Hong Kong, Mosca, Kiev, Istanbul, Los Angeles, Ho Chi Min, Singapore, Monte Carlo, Porto, Oslo.
 Nel 2019 debutta sul grande schermo nelle vesti di attrice protagonista nel film “Il Conte Magico” di Marco Melluso e Diego Schiavo, per cui riceve la menzione come miglior attrice al Symbolic Art Film Festival di San Pietroburgo.
 Lavora alla realizzazione di diverse colonne sonore tra cui il film “Il cuore grande delle ragazze” di Pupi Avati, La ragazza dei miei sogni, etc.
 Nel 2021 pubblica con Pendragon il suo primo romanzo dal titolo “Web Love Story”, che ripercorre le vicende che hanno ispirato il disco “L’oscurità di Guillaume”.
 Roberta Giallo ha pubblicato come LP “L’oscurità di Guillaume” (2017), “Vicina vicina” (2020); come EP “Di luce propria” (2014); come singoli “Animale” (2015), “Start” (2016), “Amore amor” (2016), “In amore muoio di frontale” (2017).

“Canzoni da Museo” è stato realizzato con il contributo del Comune di Bologna – City Of Music Unesco e Fondazione del Monte di Bologna a Ravenna

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