L’Intervista:”Fiori Recisi”, il terzo album della band bergamasca ‘Il Silenzio Delle Vergini’
Di certo la loro produzione musicale è intensa e ricca di spunti, dove nulla è lasciato al caso, nessun pensiero libero di essere, ma il prodotto di un’esperienza, di un concetto, di un legame, di un percorso che da sempre ha saputo unire la musica alla letteratura. E siccome anche a noi le sfide piacciono, incontrare “Il Silenzio Delle Vergini” si è dimostrato essere da subito un obbiettivo. Prima però le presentazioni. Il gruppo è formato da Armando Greco (chitarra), Cristina Tirella (basso e cosi), Francesco Lauro Geruso (Batteria)
La prima domanda che mi sorge ‘spontanea’ dopo aver ascoltato parte della vostra discografia, è ‘quali sono i malesseri umani’ che attraverso i vostri brani mettete al centro dell’attenzione?
I nostri brani analizzano più stati d’animo, sono composizioni passionali e istintive. Quello che cerchiamo di fare non è pre-ordinato. Di solito la sofferenza e la crescita che comporta un dolore sono degli ottimi spunti di riflessione.
Dal primo album “Colonne sonore per cyborg senza voce” all’ultimo,
il terzo “Fiori recisi”, mentre persiste un’attenzione verso i lati
bui, scuri, dell’uomo, inteso come genere umano, a cambiare è il sound che si è
fatto più..chiaro…, più pulito. E’ così?
Sì: dal primo disco al terzo c’è stata
una maturazione artistica e anche caratteriale della nostra band. Pur
mantenendo un approccio molto istintivo, i lati bui e scuri sono diventati
più neutri e la costruzione dei pezzi è diventata più razionale anche grazie
alla collaborazione con i produttori Michele Guberti e Federico Viola.
Un’altra caratteristica che vi ha accompagnato è quella di utilizzare
pochissimo, quando affatto, la voce e anche in questo caso il suo utilizzo è
minimo. Perché queste scelte?
Come ai tempi di “Colonne sonore per
Cyborg senza voce”, il primo intento della band è stato quello di
comunicare, tramite la musica, le proprie emozioni e sensazioni. La voce
avrebbe solamente trasportato l’ascoltatore verso una data emozione causata dai
testi, in questo modo è direttamente la musica a farti viaggiare verso
l’emozione che più ti viene trasmessa ed è soggettiva.
Come vi siete conosciuti? Quale era il vostro trascorso professionale?
Cristina e Armando, già ci conoscevamo
per il vecchio progetto “Tic tac bianconiglio”, oltre a essere poi diventati
marito e moglie. Francesco, già proveniente da altri progetti, si è unito
successivamente al gruppo.
Siete sempre d’accordo sugli obbiettivi? Su cosa eventualmente si creano
discussioni?
All’interno di una band è normale che ci
sia della dialettica, il confronto quindi è salutare e utile per capire come
procedere sul lavoro da presentare.
Ve lo avranno chiesto tutti e chi sono io per essere da meno?? Da cosa
arriva il vostro nome, Il Silenzio delle Vergini?
Siamo molto appassionati, oltre che di
musica, di cinema, manga/anime e teatro. Il nome “Il Silenzio delle
vergini” vuole racchiudere una parte delle nostre passioni.
Comunque anche la scelta dei titoli dei vari brani è decisamente
particolare
I titoli delle canzoni non sono pensati in
modo illogico, hanno un riferimento contestuale rispetto al momento in cui sono
stati scritti: nel primo disco abbiamo preso come spunto un manga chiamato
“Cyborg 009” dove ogni pezzo rappresentava un personaggio; “Su
rami di diamante” ha visto una evoluzione del suono e delle nostre
passioni che hanno determinato molti titoli; “Fiori recisi” è un
album molto variegato nel quale sia la luce che il buio si fondono in maniera
significativa e questo nuovo equilibrio ha portato alla creazione di quel tipo
di titoli.
A proposito di titoli, ‘Il Treno dei Desideri’ che è l’ultimo videoclip
pubblicato estratto dall’album “Fiori Recisi” uscito in cd e digital
download il 6 marzo scorso, è molto intenso e tocca un tema più che mai attuale
I due temi che abbiamo voluto
toccare sono quello del viaggio e del sogno. Qui possiamo trovare tantissimi
riferimenti nel mondo dell’arte, del cinema, dei manga ecc. A livello personale
la band ha voluto esprimere l’emozione che provoca una partenza e la
melanconia che può trasmettere un arrivo. Quello che pensiamo è che i sogni,
tra cui quelli prodotti da un viaggio, sono più intensi della realtà in cui
viviamo.
Siete soddisfatti di dove siete arrivati oggi?
Siamo molto soddisfatti perché
“Fiori recisi” è un album che parla di noi in quanto artisti.
Quali sono i vostri prossimi obbiettivi?
Sicuramente fare tanti concerti,
interviste e avere la possibilità di far conoscere il più possibile il nostro
lavoro.
…. questa è libera..
-Ci potete trovare su tutti i social: Facebook (@ilsilenziodellevergini), Instagram (@isdv.official), YouTube (il silenzio delle vergini).
Volevamo ringraziare voi per questa opportunità, (R)esisto distribuzione e I dischi del Minollo per l’appoggio che ci danno, lo studio di registrazione Animal House di Federico Viola e Michele Guberti per la disponibilità e professionalità, Ilaria Passiatore per le grafiche e foto (e il secondo video che uscirà) e tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questo album!