“Wide Open” singolo d’esordio di HURRICANE

Sensibilità e profondità, è quello che Hurricane riesce a trasmettere, mentre la costruzione del suono e la voce, che gioca anche in falsetto, sanno creare un’atmosfera coinvolgente

Comunicato Stampa

Hurricane, pseudonimo di David Campese, dopo i primi anni di busking ed esperienze live tra Italia e Inghilterra, inizia a farsi conoscere nell’undergound milanese e si esibisce al Circolo Ohibò in occasione della rassegna Brilla e del contest Pending Lips.
Negli ultimi mesi tutto si è fermato, anche e soprattutto la musica, come profeticamente recita il brano. Adesso che le luci si riaccendono è il momento per Hurricane di affacciarsi sulla scena: decide così di pubblicare “Wide Open” con l’etichetta LAKSHMI Records.

“Wide Open” è un brano introspettivo che descrive la ricerca umana e spirituale e gli ostacoli che si incontrano lungo il cammino. Da qui la necessità di esprimersi con un sound essenziale, chitarra e voce, che tenga fede e lasci spazio al messaggio.

…KEEP YOUR EYES WIDE OPEN…
“Wide Open” è un racconto in cui confliggono quiete e tempesta. 
A metà tra i due si trova un uomo che fatica a tenere gli occhi sul proprio percorso, ma capisce di dover combattere proprio nel momento di massimo stallo, quando tutto sembra essere fermo, specialmente la musica. “It’s when the music stops/ And night cars light up the dark/ That’s when you fight”. 
L’ingresso nella tempesta è rappresentato dallo spaesamento del protagonista che non riesce a riconoscersi neanche allo specchio: “Can’t you see/ The man in the mirror/ The eyes seem open/ What’s open is stolen”.

È credenza popolare associare l’incrocio di strade alla figura del diavolo o dell’incontro con esso. Nel brano, questo rappresenta invece il momento di uscita dalla tempesta: “It’s when you’re moving on/ From the crossroads/ Your snow will melt/ And you’ll find help”.
 
Dal punto di vista sonoro, “Wide Open” è molto semplice: comunica il proprio contenuto attraverso voce e chitarra. Il suono è essenziale, così come il suo messaggio.
Il brano è stato mixato da Federico Carillo al Monnalisa Studio di Milano e masterizzato da Marco Vannucci allo Spitfire Mastering Studio.
 
«La registrazione è stata condotta in maniera essenziale: mi sono ritirato a casa, immersa nel bosco, dove disponevo degli strumenti essenziali per concentrarmi sulla sostanza delle canzoni. Il suono, a tratti ruvido e scarno, è la fotografia del momento in cui ho composto Wide Open e gli altri brani che saranno contenuti nell’EP.»
Ad affiancare la musica, una serie di fotografie scattate dal fotoreporter Stefano Stranges. Stefano e David condividono la volontà di fotografare, uno letteralmente e l’altro in musica, situazioni e personaggi lasciati in disparte, oppressi, spesso dimenticati. Sensibilità affini e uno stesso sguardo verso il mondo sono i pilastri della loro collaborazione.
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