L’Intervista:CIZCO, dalle IENE in tv alla musica, la sua voce ‘ sempre ‘forte’.

“Sono nato nel giorno sbagliato e mi sento costantemente fuori asse”

Sono certa che se lo avete apprezzato come inviato delle IENE, nell’omonimo programma, ormai un ‘cult’ della tv, non potrete far altrimenti che apprezzarlo anche nell’ambito musicale, anzi, lo avrete già apprezzato e scoperto sotto questa sua ennesima veste. Si perché di ‘abiti’ ne ha indossati svariati nel corso della sua carriera e di sicuro non se ne farà mancare in futuro.  

Laureato in architettura, Francesco di Roberto, alias Cizo viene assorbito quasi subito dal mondo della televisione, prima come veejay e conduttore, poi come autore e non solo per il piccolo schermo, ma anche per il teatro, si è dedicato al giornalismo d’inchiesta e quindi la musica. In un primo tempo fondando nel 2001 il gruppo Meganoidi – di cui è stato uno dei fondatori – e partecipa al primo album del gruppo “Into the Darkness into the moda come batterista

per uscirne l’anno seguente (2002) e dedicarsi ad altri progetti tra cui appunto Le IENE.

E’ una vita ‘rutilante’ la sua condita da lunghi viaggi, una passione nata, sì con la sua stessa storia famigliare, ma che poi gli è entrata talmente nelle trame del Dna, da non lasciarlo più. Anche perché nei lunghi viaggi, spesso in territori disagiati, trova linfa per le sue inchieste, i suoi testi, le sue musiche, che sono sempre rivolte alla società, alle sue manchevolezze, alle sue asperità, criticità.

Se non è un rocker lui, chi lo è? Un’ultima importantissima nota biografica. Cizco, ligure di nascita e di radici, ha vissuto per buona parte della sua vita (almeno sino all’adolescenza) in Brasile, a San Paolo. Una città, un popolo, una terra da cui ha imparato tanto, come spiegherà nel corso dell’intervista.

Anche nell’aspetto fisico è un rocker, d’impatto, lineamenti decisi, come decisa è la sua musica alla quale ritorna nel 2018 con “Dancefloor”

Se dovessi descrivere la sensazione che mi ha trasmesso nel corso dell’intervista direi, come mi è capitato qualche altra rara volta, di trovarmi difronte ad un’anima pura e giusta, con un equilibrio interiore apparentemente in disordine, ma in realtà con punti fermi importanti.

Cizco, hai una personalità ricchissima, che si è composta credo grazie alle tante esperienze vissute e cercate sino ad ora e a una forte curiosità. Qual è stata quella più importante emotivamente, o che ti ha arricchito di più dandoti ‘materiale’ di crescita?

“Accidenti che domanda difficile! Tutte le volte che faccio un intervista penso ‘..chissà se sono preparato, magari mi fanno domande difficili…’ ma io riassumerei tutto dicendo che l’esperienza che ti porta avanti, il sentimento che mi porta avanti, è la curiosità, se hai quella ti butti in tutte le e tutte le situazioni trovano la loro risposta. Anche il fatto di essere cresciuto in Brasile mi è stato di arricchimento e in tutte le esperienze che faccio, ancora oggi mi porto un po’ dietro il modo di essere del popolo brasiliano. Il Brasile è un paese povero nei paesi, ma questo non toglie loro la felicità perché si accontenta di poco, sono felici con poco. E questa è una cosa che voglio ricordarmi sempre ogni volta le cose per me non vanno come vorrei, quando vanno male, perché si può essere felici anche con..meno!”

Non è semplice riuscire a dare tutto il risalto necessario ad una carriera come la tua che vive di tante fasi. Laureato in architettura, sei passato attraverso il teatro, la tv, il giornalismo d’inchiesta, i viaggi, e la musica ..che forse è sempre stata un collante di tutto. Oppure no?
È giusto la musica la puoi inserire un po’ ovunque, ce l’hai sempre dentro, nei momenti di tristezza, come in quelli di gioia, puoi ascoltarla quando senti che ti serve. E’ un elemento che mi ha sempre accompagnato da quando sono nato. Ecco, appunto, io essendo nato a Genova, ma poi con la famiglia trasferito in Brasile, ho vissuto come in due mondi paralleli. Mi perdo un po’ in tutto quello che mi piace”
Questa è proprio stupida, di che segno sei?

Della Vergine però sono una cuspide. Sarei dovuto nascere il giorno dopo, il 23 settembre, sotto il segno della Bilancia ed è per questo che sono sempre alla ricerca di un equilibrio, perché sono nato in un giorno sbagliato e mi sento costantemente fuori asse. Questo però è uno stimolo, mi spinge a cercare cose. Perciò è invece una domanda giusta, tra l’altro ho scritto anche un format tv su questo, sulla ricerca dell’equilibrio

In questo contesto ovviamente vorrei focalizzarmi maggiormente proprio sulla musica, dove tra l’altro, e non solo né la prima né l’ultima a dirlo, sei perfettamente riuscito.  Qual è stato il primo passo verso questo universo e con quali obbiettivi?”
Mio zio era musicista, ma se c’è qualcosa che ha inciso profondamente in me è la radio. Si, era sempre accesa e ricordo le ore in coda in macchina a San Paolo in Brasile, per andare e tornare da scuola. La radio accesa a manetta ed è così chje ho vissuto tutto il periodo degli anni 80, il decennio in cui, secondo me, la musica è stata incredibile, dagli Wham a Michael Jackson,  da ‘Jump’ dei Van Halen

Ore e ore di musica nella radio della macchina, ecco io sono il risultato delle code di San Paolo.. (ride.. n.d.r.) non ci ho mai riflettuto su questa cosa! Da lì poi ho chiesto a mio padre di imparare uno strumento e lui mi ha regalato una chitarra. In un secondo tempo sono passato alla batteria, il mio strumento principale

e adesso continua a fare musica quando ho tempo la metto insieme la pubblico”


Se volessi fare un ragionamento cervellotico potrei pensare che sia stata proprio l’esperienza in Brasile a stimolarti la voglia di approfondire, di scandagliare la società e le sue contraddizioni, che mi sembrano essere i temi conduttori dei tuoi testi

Be’ sì perché io scrivo quello che vedo intorno a me, non mi sento un cantante con una bella voce che si può prendere la libertà di aprire bocca e disturbare gli altri niente senza avere nulla da dire. Io ho grande rispetto e forse invidia per gli interpreti, ma non ho quella condizione vocale. Canto normalmente diciamo, di conseguenza cerco di farlo quando ho qualcosa da dire e lo faccio quando mi succedono cose intorno.

Racconto da quando ero piccolo. E il prossimo pezzo che uscirà parlerà proprio di povertà e di felicità”

Artisti come te Cizco meriterebbero grandi palchi invece…
C’è tanta gente nelle mie condizioni, a che serve lamentarsi? Non serve, invece bisogna lottare, tirare fuori le unghie i denti. Tanto se una cosa deve andare, va! Così a me piace pensarla. Non conosco gente che vale tanto e che resta nell’ombra. La gente che vale, bene o male, arriva perché sennò saremmo tutti a lamentarci pensando che quello è arrivato ..perché è raccomandato, quell’altro  per un altro motivo, etc.. Questi discorsi non fanno bene a nessuno, né a chi li fa, né a chi li riceve. Sono discorsi di persone sconsolate, perdenti, di quelli che non ce l’hanno fatta e danno sempre la colpa al sistema, alla raccomandazione e io non voglio pensare così perché tanto il raccomandato ci sarà sempre e comunque la gente se ne accorgerà perché la gente, tu, non la inganni. Nell’arte in generale quindi io penso, e mi aggrappo a questo pensiero, che se valgo non mi devo lamentare e arriverò dove devo arrivare sennò mi fa male pensare diversamente. Anche se lo fai solo per il successo è sbagliato. Devio fare quello che ti senti”
Sicuramente il rock è secondo me la veste che più ti si addice, proprio per il significato e non solo musicale che quella piccola e breve parola racchiude
Certo mi sento rock e ascolto di tutto. Sono cresciuto a metà tra due dischi, il primo che ho comprato era quello dei Kiss “Creatures of the night

Avevo10 anni, quello era un heavy metal soft pop, le melodie molto orecchiabili. Ma il 1982 era lo stesso anno di “Thriller” di Michael Jackson ..insomma io sono nato dal pop di Thriller al rock dei Kiss. Sono stato ai concerti di tutti, ascolto tutti, dai Foo Fighters ai Clash. Sì in poche parole credo che quella del rock sia la mia casa. Negli altri generi ci passo, ma proprio.. ci passo. mentre il rock è anche un modo di vivere e nel rock può confluire tanta roba. Pensa che faccio anche fatica ad andare in discoteca, faccio fatica a vestirmi bene, non mi piace tutto quello che è patinato e quindi, in quest’ottica, anche le IENE per esempio, rappresentano quel mondo rock, lontano dagli orpelli e onesto”
Vorrei parlare dei tuoi ultimi pezzi ad iniziare da “Dentro”’ uscito nel mese di ottobre.Mi sembra che siano tutti legati da uno stesso elemento, la denuncia.

Sì la denuncia in realtà è in tutti i miei pezzi, nel senso che io vedo una realtà e mi piace commentarla, non criticarla, commentarla altrimenti mi sembrerebbe di diventare un vecchietto sempre pronto a borbottare. Come “Dentro” anche le altre canzoni parlano dell’Italia e di come la si percepisca da dentro e da fuori. E quando la guardi da fuori l’immagine non è quella che di quando la vivi da dentro. Andando all’estero ho apprezzato tante cose che vivendole non le vediamo più. Come per esempio quando ero all’estero vedevo l’intensa ricchezza italiana, anche quella culturale, quella industriale. Noi abbiamo un settore che mette in risalto l’ingegno italiano. Non abbiamo le materie prime, mentre il Brasile ha tutto da questo punto di vista, eppure noi abbiamo saputo creare dal niente, in Sud America ad esempio non c’è una marca automobilistica nazionale. Noi abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. E tutto questo è ingegno e creatività. Purtroppo poi però, e la storia insegna, spesso l’ingegno porta la furbizia, madre delle scorciatoie che sono sempre ‘truffaldine’. Quindi mi sono trovato in una Nazione, in una società che è molto superficiale, molto vanesia in cui si fatica ad approfondire, dove ognuno sa di qualcosa (vedi la marea di tuttologi), etc. Viene la depressione a sentire tutto questo. Io non sento i telegiornali da un po’, ripetitivi .. Ecco, il brano “Dentro vuol dire questo, guardare le cose standoci appunto .. dentro”

Un commento su questo periodo, da artista come hai vissuto questa pandemia, questo anno
Io l’ho preso come un anno sabbatico, dopo qualche mese ho capito che non era il caso di guardare i telegiornali, sono concentrato su tante idee che tenevo da parte, ho apprezzato il fatto di essere un artista perché un artista ha tante cose dentro da esprimere e che nella velocità della società di oggi non trova il tempo di esprimere, di scrivere. non è stato un anno così prolifico come pensavo, perché come me, probabilmente tanti altri avevano la testa confusa. Diciamo che ho cercato di essere un cuscinetto, un filtro tra quello che arrivava da fuori e quello che sentivo dentro. In ogni caso sarà un anno che ci farà riflettere”


E per concludere invece mi hai parlato del tuo prossimo disco
Io sto lavorando adesso per singoli però nel computer ho tanti pezzi, chitarra e voce. Mi sarebbe piaciuto presentare un pezzo per Sanremo, ma sono troppo piccolo per i Big e troppo adulto per i giovani.
Non so con quale pezzo uscirò. Quello che avevo pensato per Sanremo parla della violenza in televisione, della potenza delle immagini violente che passano in televisione e negli schermi in generale, quanto sia importante la comunicazione e soprattutto quella violenta agli occhi di un bambino. L’ho scritto qualche anno fa quando mio figlio era più piccolo”

Decisamente un argomento tosto e molto interessante. Attendiamo fiduciosi, Cizco!

Intanto se volete sapere di più su questo artista, cercatelo tra le pagine del blog, ci siamo interessati a lui più volte. Questa è una di quelle

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