L’intervista: A R C E R I, il performer romano pubblica “La Sete” il secondo estratto dal suo album d’esordio di prossima uscita

“Voglio far emergere la volontà di amare le proprie differenze di metterle in luce e farne il proprio cammino” A R C E R I

Esce oggi il suo secondo singolo “La Sete” che andrà ad arricchire il suo prossimo album. Un’uscita particolarmente attesa dall’artista che attualmente vive a Milano e che io ho incrociato casualmente sul web.

La Sete nasce dalla confusione di scegliere cosa amare e sotto quale forma, fino ad arrivare alla consapevolezza che si può essere fluidi senza giudicarsi troppo e desiderare anche il proprio ed altrui corpo. Tutto questo si avverte come un impellente sete”, così ha descritto l’artista il ‘senso’ del brano la cui pubblicazione arriva a poco più di un anno dal primo singolo “Vertigine

Da subito ha suscitato in me un forte interesse perché ho percepito dietro ciò che stavo vedendo e leggendo, una personalità artistica spiccata e spicchi di vita che in un modo o nell’altro hanno inciso sul suo percorso professionale.

Il mio intuito non si era sbagliato, perché dietro il nome d’arte A R C E R I si cela appunto un performer, un danzatore, un attore e un cantautore. Sostenuto da un’immagine che se da un lato appare minimalista, esile, è dall’altro lato piena di note colorate e una voce che spiazza. Tutto questo gli hanno permesso di calcare le scene di importanti spettacoli teatrali e noti musical. Ma prima di snocciolare qualche fase della sua carriera, spazio alla nostra conoscenza

Partiamo dal presente, A R C E R I, cosa significa per te l’uscita di questo singolo e perché

E’ un immenso piacere far uscire questo secondo brano in quanto con “La Sete” ho avuto la possibilità di andare più in profondità mettendomi a nudo nel passato e soprattutto nel presente”

E a breve un album, il tuo primo se non sbaglio

“Diciamo che farò uscire 3 brani che fanno parte del mio progetto 01 Stazione Lido Centro che sono riuscito a realizzare in maniera indipendente grazie al sostegno dei miei fan e di PostepayCrowd in associazione con Eppela un bellissimo obiettivo realizzato” 

Prima di approfondire ulteriormente il tuo presente però facciamo un salto alle.. origini di tutto questo, perché di cose da raccontarci ne hai tante e soprattutto hai un background di tutto rispetto. Ho scoperto che hai mosso i primi passi da giovanissimo, in un film di Verdone

Siii per caso venni scelto per una scena del suo film “Il bambino e il poliziotto” ma io non comprendevo veramente chi avessi di fronte e per fortuna presi tutto come un gioco ricordo che passai molto tempo ad aspettare prima di girare e quando dissero : “Pausa pranzooo” corsi a prendere il panino di mia madre e mi rifugiai in una casetta bloccando così le riprese. Verdone fu gentilissimo e venne da me a chiedermi cortesemente se potevo tornare ma io che avevo già un bel carattere dissi no prima finisco il panino e poi torno” (e scatta una squillante risata, n.d.r.) 

Quindi tu hai da sempre capito di avere una passione spiccata per lo spettacolo

Più che altro mi è sempre venuto spontaneo fin da piccolo esprimermi cantando o ballando. Non stavo mai fermo quindi far diventare una passione la mia professione è stata una gioia immensa”

Spesso parli o fai riferimento ad Ostia e ad un tram, un bus, se non sbaglio sul quale viaggiavi spesso.

“Si il titolo del progetto 01 Stazione Lido Centro nasce appunto dall’intestazione del bus che prendevo ad Ostia e che mi portava a Roma ovvero verso il mio mondo. Li ho iniziato a sentire la voglia di scrivere di cantare insomma di affermare la mia personalità nonostante le difficoltà di essere in periferia” 

Prima però di approdare alla musica vera e propria in qualità di cantautore, è dovuta passare parecchia acqua sotto i ponti, come mai?

“Si in effetti ne ho fatta passare. Credo perché ci vuole coraggio a prendersi la responsabilità delle proprie parole e che per far questo con una coscienza umana ed artistica ci voglia maturità” 

Tu sei un performer, reciti, canti, balli e importanti le tue esperienze in questo senso. Qual è stata quella più determinante, oppure la più intensa, la migliore per te,.. oppure..

Tutte queste esperienze avute nei maggiori teatri Italiani ed Europei mi hanno maturato… Credo che però le più intense furono le date di Siddhartha il musical al Folies Bergère di Parigi oltre che per il mio ruolo drammatico ma per il momento storico. Si decise comunque di andare in scena pochi giorni dopo gli attentati del Bataclan proprio per portare un segno di speranza nell’ambiente… Fu un successo” 

Perché hai deciso di farti interprete puro?

“Io amo cantare i miei brani ma ammiro gli interpreti e da sempre ho coltivato questo aspetto dando il mio peso specifico alle note e alle parole” 

Hai una vocalità molto spiccata, chiara ed estesa. Questo ti ha facilitato o ti ha qualche volta penalizzato?

“Entrambi i casi in quanto delle volte non si sa dove collocarmi avere una personalità un punto di vista può essere scomodo ma io la vivo come un vantaggio amo essere come sono perché mi percepisco e per me cantare e fare spettacolo è sentirsi per poi toccare il pubblico” 

Se dovessi mettere sulla bilancia difficoltà e soddisfazione, ad oggi, cosa vincerebbe?

“Io farei un mix e direi determinazione che è la cosa che mi sostiene sempre anche quando sto per cadere. Dentro di me esiste un senso determinante che mi fa poi saltare in avanti” 

Anche il tuo modo di porti, la tua immagine trasuda teatralità, attorialità, credo non sia una scelta voluta, quanto qualcosa che emerge spontaneamente

Io non ho niente di costruito non ci riuscirei e non credo neanche porti a nulla. Se è quello che arriva vuol dire che è dentro di me…ma io sono molte più cose e mi basta incontrarle (come tutti)”

Cosa desideri trasmettere al pubblico, quali sono i messaggi della tua musica?

“Voglio far emergere la volontà di amare le proprie differenze di metterle in luce e farne il proprio cammino. Io canto spesso del mio passato proprio per questo perché non bisogna avere paura di esternare situazioni o emozioni vissute. In periferia alle volte si vedono e si sentono cose che sembrano la realtà ma non è così la violenza fisica e verbale non è la normalità in me alcune cose sono rimaste ancora dentro e per questo stanno piano piano trovando la strada giusta per uscire. Voglio incoraggiare chi mi ascolta a fare qualcosa di bello con il proprio dolore” 

Quindi oggi 23 ottobre esce il tuo singolo “La Sete”, quanto sei emozionato, oppure qual è il sentimento che predomina in te ora

Sento una grande curiosità di sapere come verrà accolto dal pubblico a me piace tantissimo in quanto nasce dalla confusione di scegliere cosa amare e sotto quale forma, fino ad arrivare alla consapevolezza che si può essere fluidi senza giudicarsi troppo e desiderare anche il proprio ed altrui corpo. Tutto questo si avverte come un impellente sete

Ed ora? Sei già al lavoro su altro materiale?

“Sto lavorando come dicevo agli altri brani del progetto quindi aspettatevi di tutto” 

Se dovessi descriverti invece come persona, quali parole sceglieresti?

Sincero, determinato, fragile, impaziente, esteta, curioso e diva” (e anche qui A R C E R I diverte con una bella risata)

Come stai vivendo questo difficile momento a causa dell’emergenza sanitaria?

Cerco di rimanere centrato sul presente e di seguire tutte le norme, anche in questa situazione si può essere creativi e di sostegno a chi ha delle difficoltà. Poi avendo una grande fede nel genere umano è tutto più semplice” 

Prossimo aggiornamento il video abbinato al nuovo singolo “La Sete”, mentre concluderei questo nostro incontro con un video in cui A R C E R I dimostra un altro aspetto della sua musicalità

https://www.youtube.com/watch?v=PWWQB8krS8s