L’intervista: E’ tornato per stupire con un nuovo singolo “Gabbie d’Oro” il rocker imolese EMIL SPADA

La foto di copertina è firmata da Nino Saetti

Da un certo punto di vista si potrebbe dire…è tutta un’altra musica, ma neppure questo è corretto, perché l’anima del rocker è la sua prima pelle, quella che non lascerebbe mai scivolare via. Ma accanto a questa, in evoluzione, in arricchimento a questa, nel nuovo album tante altre entreranno in gioco. E il singolo uscito il 20 agosto ne è già un esempio chiaro, per chi conosce la sua produzione musicale. Qualità che, come scoprirete nel corso di questa intervista, sono state prontamente intercettate da “nomi che contano”.

Emil Spada lo si può definire anche un ‘cant’attore’ proprio per la sua innata capica di domare il palco, suo habitat naturale.

Ci siamo conosciuti nel 2016 all’alba dell’uscita del singolo “Cosa ti lamenti” incluso nell’EP “Post Atomico”. In quell’occasione ti definii un rocker anche un po’ rapper. In questi 5 anni cosa è cambiato di te come persona, artista e quindi anche come musicista?

In questi anni ho affrontato situazioni personali  per me segnanti. Un membro della famiglia con cui sono cresciuto ci ha lasciato e questo ha inciso un solco profondo dentro di me, nonostante abbia metabolizzato il lutto, ed è inoltre terminata un storia d’amore importante, che ho digerito faticosamente…ho anche stretto amicizie vere però, con persone che non mi aspettavo, diciamo che come tutti sono “cresciuto” con gioie e dolori, e ciò ha ovviamente portato linfa vitale al mio lato artistico. Le emozioni forti, belle o brutte che siano, portano a cambiamenti radicali, e quindi ad affrontare la vita ed il suo percorso con occhi diversi, destabilizzando quella quiete dove troppo spesso ci crogioliamo. Il lato artistico ne ha appunto giovato, perché ho puntato il mio ascolto anche verso direzioni a me non congeniali, o comunque meno consone ai miei gusti, questo ha conseguentemente portato la mia personale necessità di apprendimento ad essere stimolata, andando verso generi e campi della musica che fino a qualche anno fa non mi sarei mai aspettato di toccare”

Te lo chiedo perché questo tuo nuovo singolo ha davvero una marcia diversa, non voglio dire migliore. Tu eri già un musicista, un cantautore formato ed eccellente, perciò mi piace sottolineare una evoluzione nel suono. Per quanto riguarda i testi, forse ti sei affinato, ma mi sembra che tu abbia sempre a cuore uno sguardo sulla società, sbaglio?

Ti ringrazio per i complimenti e per avere colto e sottolineato la diversità di scrittura rispetto al passato, è stata una “evoluzione” lenta e ragionata, soprattutto per questo brano dove ho voluto dar spazio a qualcosa di musicalmente contemporaneo, nonostante il messaggio sia appunto contro la contemporaneità o meglio contro gli “status symbol” e quel modo di vivere troppo superficiale che caratterizza la nostra epoca. La domanda quindi centra in pieno quello che volevo esprimere, perché si, ho sempre uno sguardo interrogatore e curioso verso la società in cui viviamo, se non altro perché mi affascina comprendere le ragioni che spingono le persone verso una o l’altra direzione. Scrivere testi è sempre risultato per me alquanto istantaneo, quasi naturale, anche se credo che una buona parte di questa capacità, sia figlia della mia bulimia verso libri, fumetti, film e quant’altro possa stimolare la mia mente e la mia fantasia.Negli ultimi anni inoltre, mi sono ulteriormente avvicinato al rap e all’hip hop, principalmente da un punto di vista legato all’ascolto, e probabilmente ciò ha contribuito alla stesura di questo brano, oltre alla mia passione per il “crossover” di Caparezza, per me uno degli artisti italiani contemporanei con una genialità di gran lunga superiore alle “classiche” produzioni che sentiamo per radio”
 

Gabbie d’oro” è anche un po’ ‘fuori le righe’ in quanto a struttura. Su tre minuti e 31, oltre 1 minuto, nella fase finale, diventa strumentale con un lungo assolo di sax, per altro davvero intenso

Tocchi punti per me sacri di questo brano. Innanzitutto l’inciso che è un omaggio al Maestro Morricone, infatti non vi è un cantato, ma semplicemente una sorta di “vocalizzo” che rimanda alle voci delle colonne sonore del Maestro; e poi quel meraviglioso solo eseguito da Gabriele Bolognesi, sassofonista tra gli altri di Celentano, Patty Pravo, Cesare Cremonini,… era dal mio punto di vista essenziale, per dare spazio alla “musica suonata”, in un periodo dove oramai gli assoli sono quasi un ricordo. Gabri è un amico ed un professionista unico, che ha colto sapientemente il mood del brano e ha creato un capolavoro che non potevamo tagliare; credo che la musica e l’arte debbano tornare ad avere un ruolo principale nelle nostre vite, perché è grazie ad esse che le persone possono uscire da questo “inferno di superficialità” in cui siamo immersi. Sarà una visione utopica sperare in un futuro in cui l’arte abbia un ruolo preponderante, ma credo che per tutti noi sarebbe davvero meraviglioso essere parte di un nuovo rinascimento.

Su quale aspetto della società ti sei soffermato questa volta?

“Quando si parla di società, difficilmente si riesce a scindere, e il discorso diventa quasi sempre globale andando a toccare l’insieme; diciamo però che ciò che maggiormente cattura il mio interesse in questo periodo è la ricerca esasperata dell’apparire, dell’essere ad ogni costo al centro dell’attenzione, una sorta di demone che sta crescendo dentro ognuno di noi, una ricerca di popolarità non sana e soprattutto non coadiuvata da reali qualità o caratteristiche che possono distinguere il singolo individuo dalla massa. Vedo centinaia, migliaia di fotocopie nell’atteggiamento, nelle azioni, nel vestire, … insomma nel modo di mostrarsi al mondo, e questo a mio avviso è deleterio per il futuro non solo individuale ma della società tutta, dove sono sempre più rare le idee e “il bello”

Pur contornandoti di un fior fiore di musicisti, anche il video clip è quasi tutto opera tua. Una full immersion nella creatività

“Ho sempre avuto una grande passione per i film, ed infatti ho frequentato il DAMS indirizzo cinema, questo mi porta ad immaginare un videoclip per ogni brano che scrivo e conseguentemente a realizzare una sceneggiatura se poi si decide di creare un videoclip da uno dei miei brani in uscita. Quasi sempre il regista gradisce, anche perché la stragrande maggioranza dei miei colleghi non si dedica anche all’idea alla base del video, e quindi i registi devono “inventare” qualcosa ascoltando il brano. Penso che ogni artista dovrebbe almeno dare una propria visione di base al regista, o almeno farlo “entrare” nel mondo del brano stesso, perchè anche nei videoclip vedo sempre le medesime idee, per intenderci: “brano estivo, quindi spiaggia, mare, ragazze in costume,.. brano invernale, quindi cioccolata calda, neve, albero di natale…” … ovvio che “i classici” non passano mai di moda, e tutti in qualche modo vi ricadiamo, ma almeno inserire qualche “idea” non sarebbe male, un tocco di originalità può essere ciò che fa la differenza tra la massa e l’unicità. Parlando del video, nella sceneggiatura ho voluto rappresentare una ragazza semplice, costretta dalla società ad indossare costantemente abiti differenti e “non suoi” per essere accettata; vi è poi questa mano che la toglie da una location per lanciarla in un altra, proprio per rappresentare quanto siamo tutti diventati oggetti e nulla più, semplici manichini in esposizione nella discoteca, negozio o piscina di turno.

Volevo ovviamente ringraziare il regista Milo Barbieri che ha dato vita alle mie idee in modo spettacolare, dimostrando anche grande pazienza, perché io sono davvero puntiglioso in ciò che mi riguarda; e la bravissima attrice e ballerina Astrid Toh, che si è calata nel ruolo con una professionalità unica, esprimendo pienamente e chiaramente il ruolo di “fashion victim” che la società impone per poter vivere nella contemporaneità”

Usciamo un attimo dal singolo perchè ormai non manca tantissimo all’uscita dell’album. Hai comunicato che dovrebbe accadere sotto Natale. Che album sarà, puoi anticiparci un po’ la sua anima? Rock? Rap? Molto indie?..?

Esatto, se non vi saranno problematiche a livello produttivo, intorno alle feste natalizie usciremo con il nuovo album che sarà per me uno spartiacque e a suo modo un “concept album” come sempre adoro fare.

Stavolta il concept è “la parte destra del cervello”, questo tra l’altro sarà anche il titolo dell’album, che vuole andare a sottolineare la fantasia che risiede in questa parte del nostro cerebro… perciò non avrà un unica anima, ma una moltitudine, che andranno dal rock al pop, dalla bossanova all’hip pop, dalle classiche ballad al blues, non ho voluto dar limite alla fantasia perché è quella che insieme alle nostre emozioni ci fa sentire ed essere vivi. Non vedo davvero l’ora di avere fisicamente il disco tra le mani”
 Ho tenuto per questa seconda parte la tua storia di musicista sulla quale vorrei tornare, anche se brevemente, perché, insomma, iniziare subito col botto! Nel 2008 esordisci come solista con l’album ‘Briciole’ e subito arriva il premio come Miglior produzione Indipendente.

Dal 2009 arrivano grandi collaborazioni e musicisti che si uniscono a te, credendo nella tua musica. Ci racconti un po’ questa strada che ti ha portato dritto dritto nello studio di Vasco Rossi?

Come hai già sottolineato, il primo album del 2008 portò subito grandi soddisfazioni, oltre che permettermi di conoscere immediatamente grandi musicisti con cui iniziai a collaborare. Nel 2009 ad esempio avvenne la produzione di “Sarebbero solo guai”, un singolo nato con Pape Gurioli e Pier Foschi, rispettivamente tastierista e batterista di Jovanotti,… poi l’appellativo di “cant-attore” affibiattomi dal Maestro Mogol per la mia capacità interpretativa una volta salito sul palco, dove davvero mi sembra di essere a casa, per passare attraverso la vittoria del “Festival delle Arti” di Andrea Mingardi, poi le partecipazioni a tantissimi eventi e festival, un paio di “Sanremo” sfiorati… fino a che nel 2013, un mio grandissimo concittadino, nonché bassista di Vasco Rossi dal 1980, non mi ha introdotto nello studio del Blasco, sto parlando del mitico Claudio “Gallo” Golinelli. Ascoltando i miei pezzi, che lui riteneva davvero belli, un giorno mi ha esplicitamente detto: “ Ti porto dentro da Vasco e ti faccio conoscere Nicola Venieri che è il tecnico del suono di Rossi dal 1995. Immaginati in quel momento il mio stupore e la mia euforia, non stavo davvero nella pelle. Conobbi Nicola che oltre a diventare un grande amico divenne anche il mio produttore artistico, con cui demmo vita all’EP “Post Atomico”. In quel disco e in tutti i successivi singoli hanno partecipato da allora i musicisti di Rossi, parlo delle stesso Gallo, di Frank Nemola, Andrea Innesto, fino all’attuale chitarrista e produttore artistico di Vasco, Vincenzo Pastano, che già nell’EP di cui ho parlato poc’anzi aveva dato vita a delle chitarre davvero uniche e originalissime, atte ad un progetto Rock-Alternative che quel disco esprimeva. Lavorare in quello studio è qualcosa di incredibile e unico, perché si respira la storia della musica italiana, e al contempo un clima conviviale,.. è una grande famiglia calorosa, dove Vasco è il comandante della ciurma!”

Tornando a “Gabbie d’Oro”, hai davvero studiato tutto, giustamente nei minimi particolari, tutto deve rappresentarti. Anche la cover del singolo

Certamente, nulla va lasciato al caso quando si da vita ad un progetto, e la copertina del singolo non può essere esclusa. Innanzitutto ho voluto che la ragazza in copertina fosse la medesima del videoclip, per dare continuità, un “fil rouge” che legasse il tutto, poi con in testa le mie idee, mi sono rivolto ad un grandissimo professionista che risponde al nome di “Umberto Stagni”. Le nostre menti hanno immediatamente trovato tantissimi punti in comune, e abbiamo lasciato scorrere la fantasia, dando vita a questa incredibile copertina in cui una ragazza “acqua e sapone”, è indecisa su “quale donna essere” per  farsi accettare dalla società, …davanti a lei infatti scorrono diverse sue versioni vestite con abiti adatti a location e luoghi differenti dove lei deve sempre apparire al meglio. Umberto ha genialmente lavorato con colori legati alla solarità e che rimandano all’oro, e a questa gabbia di “finte versioni” che circondano la ragazza…”Gabbie d’oro” appunto. Non lo ringrazierò mai abbastanza per questo gioiello, e lo stesso sarà per l’autore degli scatti fatti ad Astrid per la realizzazione di tale copertina, ovvero Nino Saetti, incredibile fotografo che nella sua carriera ha immortalato le più grandi star della musica mondiale”
 

E adesso?

Con la mia etichetta “PMS Studio”, siamo già al lavoro sul prossimo singolo che vedrà la pubblicazione nella giornata di Halloween. Un brano progressive-rock, che parla dei demoni interiori e che mi è stato ispirato dalla lettura di un fumetto, e la cosa davvero incredibile è che con la casa editrice di questo fumetto collaboreremo per la realizzazione del videoclip, ed è per me motivo di orgoglio e incredibile soddisfazione. Mai, nemmeno nei miei sogni più belli, avrei pensato a tutto quello che mi è successo nel mio percorso artistico, e soprattuto essere conscio che non è finita qui, anzi come ho già sottolineato altrove, questo è il punto di partenza dell’ “Emil 2.0”, una persona nuova, che non vede l’ora di poter mostrare a tutti la sua voglia di esprimersi ed emozionare, cercando nelle persone che lo seguiranno quello scambio di energia positiva che è alla base di questo meraviglioso lavoro”
 

…. questa è libera…

Vorrei chiudere con una poesia che da sempre mi accompagna e che credo possa servire a tutti come monito per dar vita a qualcosa di meraviglioso per gli altri o anche solo per se o per i propri cari.. è una poesia di quello che io reputo uno dei più grandi, se non il più grande artista del 900 ovvero Charlie Chaplin”

“VIVI”


 Ho perdonato errori quasi imperdonabili.

Ho cercato di sostituire persone insostituibili

e di dimenticare persone indimenticabili.

Ho agito d’impulso.

Sono rimasto deluso da alcune persone,

ma anche io ne ho deluse alcune.

Ho abbracciato per proteggere.

Ho riso quando non si poteva farlo.

Mi sono fatto amici per l’eternità.

Ho amato e sono stato amato, ma sono anche stato respinto.

Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.

Ho gridato e saltato per la gioia.

Ho vissuto d’amore e fatto giuramenti eterni,

ma ne ho anche rotti molti.

Ho pianto ascoltando musica e guardando fotografie.

Ho chiamato solo per ascoltare una voce.

Mi sono innamorato per un sorriso.

Ho pensato di poter morire di nostalgia e…

Ho avuto paura di perdere qualcuno di speciale

ed ho finito per perderlo.

Però sono sopravvissuto!

Sono ancora vivo!

Non mi stanco della vita!

E nemmeno tu devi stancartene… Vivi!

Combattere con determinazione è un bene,

abbracciare la vita e vivere con passione.

Perdere con classe e vincere con audacia,

perché il mondo appartiene a chi osa

e la vita è troppo bella per essere insignificante.

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