“Le Fasi”, la band partenopea è tornata con un nuovo album e un’atmosfera nuova. Dalla 14esima edizione di Amici ad oggi, tutta la loro evoluzione

Si intitola “Edèra” il nuovo album dei giovani ‘Le Fasi’ uscito sul mercato sia in CD che in digitale, il 20 marzo scorso, con la produzione artistica di Michele Guberti di Massaga Produzioni e distribuito da Alka record label.

Un album che è stato anticipato dal singolo “Via Roma”

Sicuramente un sound maturo e ricco di sfumature, una contaminazione linguistica molto interessante, senza che questa però abbia intaccato il suono rock delle origini.

E alla band ho proprio chiesto conferma di questa evoluzione

Esperienze come quella di Amici aiutano a definirsi e capire dove poter seminare e poter raccogliere i propri frutti. Dall’esperienza del 2015, infatti, non abbiamo mai smesso di sperimentare nuove personalità musicali fino a dar vita ad Edèra, album in cui il nostro sound rappresenta il perfetto equilibrio di tutti i generi in cui ci identifichiamo ma su un sottofondo perennemente rock. Forse anche più di prima!”

Questa vetrina seppur si sia fermata precocemente, vi ha comunque permesso di aprire una porta importante, quella di Fabrizio Moro

Tutto accade per un motivo: inizialmente, finito Amici, non è stato semplice tenere positivo il bilancio della situazione ma poco dopo, Fabrizio Moro ci ha permesso di aprire alcuni dei suoi concerti e, serata dopo serata, abbiamo avuto modo di apprezzare la persona e l’artista fantastico che è. Abbiamo imparato tantissimo dal suo approccio alla musica

Prima di focalizzarci sulla nuova produzione facciamo un po’ di storia: dal 2012, anno di fondazione del gruppo, non sono mancate soddisfazioni e partecipazioni a grandi eventi,… tra questi quale vi ha regalato più energia, in senso di soddisfazione e/o emozioni?

Tra il 2013 e il 2016 abbiamo preso parte al PummarockFest, al Festival di Napoli che ci ha visti vincitori con il brano “O’ stupore do Munno”(attualmente presente nell’album Edèra) e siamo stati finalisti all’Hit Week Music Contest ma l’esperienza che ci ha regalato più energia è stata sicuramente quella del Meeting del Mare: suonare con avanti un pubblico di circa 7mila persona ed il mare alle spalle ci ha letteralmente tolto il fiato!”

Quali gli artisti che avete avuto il piacere di conoscere e in alcuni casi con cui collaborare, quale vi ha dato spunti maggiori?

Senza ombra di dubbio Manuele Fusaroli, musicista e produttore attivo da più di dieci anni nel circuito della musica indie italiana e straniera. Durante le registrazioni di Edèra ci ha trasmesso la predisposizione ad arrangiare con meno strumenti e modalità più minimal rispetto al nostro passato. Oltre a lui anche Michele Guberti è stato di fondamentale importanza ed ispirazione: grazie a lui abbiamo scoperto quante vite diverse può avere il suono de Le Fasi!”

Anche la scelta della lingua è un drastico cambiamento, dall’italiano  al napoletano senza perdere ‘il tempo’. Come mai questa scelta?

Sin dall’uscita di “O stupore do Munno” in molti ci hanno incitati ad utilizzare più spesso la lingua napoletana ma abbiam fatto finta di non sentire fino a quando non è stato il nostro produttore a dircelo e quindi, arrivati a Ferrara per la registrazione del disco Edèra, abbiamo accolto la sfida e metabolizzato ben presto questo cambiamento sentendolo sempre più nostro pezzo dopo pezzo”

Nel Dicembre 2016 pubblicano l’album “Lucida Follia”, 9 inediti che anticipano 2 tour nazionali e  svariati opening act di concerti, tra cui quelli dei  Rio, di Clementino, Foja, Almamegretta ed Arisa

Il 18 gennaio dello scorso anno invece avete fatto uscire “Ultima pagina” bonus track dell’album “Lucida follia” che chiude l’omonimo ciclo per poi arrivare a sperimentare, appunto, nuovi linguaggi

Mi dite perché nel panorama musicale italiano non riesce a farsi largo la musica rock, quella bella e giovane, come la vostra? Ci sono tra gli artisti indipendenti piccole preziose perle e voi ne siete un esempio. E ogni volta mi chiedo come mai non si riesca ad aprire una breccia e lasciarvi ottenere i grandi successi che meritereste, mentre a vincere continua ad essere il melodico iper-popolare?

Ad essere onesti non riusciamo a trovare un perché. Una cosa è certa: si potrebbe compensare dando più spazio nelle radio e nei festival, cosi da riuscire a conquistare l’ascoltatore non solo con la musica ma anche con la presenza scenica. In questo senso sono gli addetti ai lavori a dover fare il “lavoro sporco” per far sì che ciò accada e che anche la più piccola realtà possa avere il grande spazio che merita

Come vi siete conosciuti e da quali matrici arrivavate?

Esattamente otto anni fa io (Genny Arienzo) ed Enzo Servo (batteria), già insieme da due anni con un altro progetto, troviamo Ernesto Borruto tramite i social e lo convinciamo ad entrare a far parte del nostro progetto facendogli credere di essere la band del momento. La cosa divertente è che siamo stati tanto convincenti da portare, tempo dopo, Ernesto a fare lo stesso con Antonello Amoroso (bassista). Così dal 30 giugno 2012 ci siamo uniti in musica, superando tutte le peripezie che derivano da un’unione del genere. Ognuno di noi deriva da matrici musicali ben diverse come pop, funcky, rock e soul. Abbiamo sempre cercato di far confluire tutte le nostre influenze nella stessa direzione e forse Edèra ne è l’esempio perfetto

E adesso immergiamoci nel nuovo album, ma prima ditemi perché quell’accento strano su ‘Edèra‘..quasi a voler rappresentare il passato..Ed era…

E’ proprio così: “Edèra” segna un confine irreversibile con ciò che siamo stati. Grazie ad Edera ci siamo sviscerati, riscoperti e reincarnati in una nuova veste proprio come l’edera che imperterrita cresce su rocce, alberi e muri, senza preoccuparsi di dove, ma solo di essere sempre verde, viva”

Oltre al ruolo nel fronte palco, quali sono dietro, nella produzione dei pezzi? Chi ai testi e chi alla musica?

“Abbiamo sempre lavorato insieme sia ai testi che alla musica. Questa volta in particolare è stato tutto più amplificato visto che a Ferrara, dove abbiamo registrato “Edèra”, abbiamo vissuto dieci giorni in un appartamento al piano superiore dello studio di registrazione e ciò faceva sì che ci ritrovassimo ad ogni ora del giorno e della notte tutti insieme a scrivere e comporre”

Da dove prendete l’ispirazione? Cosa vi fa scattare la creatività?

“Ognuno di noi ha un anima diversa, esigenze e prospettive per cui c’è chi tra noi si rintana nell’arte e chi in esperienze di vita concrete come fonte di ispirazione. Per quanto riguarda la creatività tutto esce fuori in sala dove, oltre a sfoderare la nostra tecnica musicale, tiriamo fuori l’amore per la musica e per il nostro progetto che, tra le altre cose, resta il denominatore comune all’ispirazione di tutti. Non c’è miglior ispirazione della musica stessa per far musica

Certo..siete di Napoli e Napoli è Napoli. Io la adoro e posso capire quanto colore voi artisti partenopei abbiate dentro di voi. Dove è possibile riconoscere queste origini nelle vostre produzioni?

Comprendiamo perfettamente chi ama Napoli. “Napul’è mille culur” cantava Pino Daniele. Napoli è storia ed è parte della nostra storia personale e, per quanto vale, noi pensiamo che Napoli sia la fusione di tutto ciò che di bello esiste in musica ed in ogni forma d’arte in generale

Ascoltando l’album mi è sembrato che il singolo apripista “Via Roma” sia quello dal suono più rassicurante. E’ una mia sensazione?

Non sbagli. Col tempo, infatti, “Via Roma” è diventato l’inno del nostro cambiamento: è stato il pezzo tramite cui abbiamo esorcizzato il nostro “imbarazzo” di iniziare a cantare in lingua napoletana ed, allo stesso tempo, lo stesso pezzo con cui abbiamo iniziato a prenderci sul serio in lingua. Forse appare rassicurante proprio perché è quello che suoniamo con più sicurezza e in cui abbiamo ritrovato maggior identità”

A me è piaciuta molto la traccia tre ‘Dint e…man..” Un commento su questo pezzo?

Dint e man” ha contribuito significativamente alla nostra fase di cambiamento e di passaggio dall’italiano alla lingua napoletano. Tra le altre cose, in un momento delicato come quello della fase di transizione in cui ci siamo anche scontrati più volte, “Dint e man” è il pezzo che ha messo tutti d’accordo e forse anche quello che preserva di più le nostre radici rock”

Non posso sorvolare sul fatto che si stia attraversando un dramma, l’emergenza Coronavirus. Oltre alle sofferenze delle persone colpite, anche l’economia quasi al collasso. Tra i settori più in sofferenza, proprio quello della musica soprattutto perché con l’obbligo di rimanere in casa, sono cambiate le dinamiche di ascolto e quelle per scaricare i pezzi, per acquistare musica. Voi come state attraversando questo periodo?

Il settore musicale è sicuramente uno di quelli risente e purtroppo risentirà ancor per molto della situazione odierna. Come tutti stiamo cercando di trovare la forza di combattere, intrattenendoci e suonando ancor più forte, seppur da casa. Perché la musica non conosce ostacoli, arriva ovunque

… e dal cilindro magico del web è uscito questo video casalingo in tempo di #iorestoacasa

Nel prossimo futuro cosa c’è? Quando l’emergenza sanitaria riusciremo a vederla come il ‘passato’?

Nel prossimo futuro c’è la voglia di dare il via al nostro Tour e portare finalmente Edèra in giro, divertendoci tutti insieme! A causa dell’emergenza sanitaria marzo è volato via come se non fosse mai esistito lasciando un vuoto indelebile dentro tutti noi. Motivo per cui pensiamo che, pur diventando passato, questa situazione, a dir poco unica, segnerà soprattutto il profilo umano di ognuno di noi”

E come ormai sappiamo il nostro doveroso isolamento, durerà sino al 3 maggio prossimo.