LONGBLOND: il duo heavy rock con elettronica che fa anche ballare!

A Musica Ribelle il blog “elettrizza” il genere musicale e questo duo sa esprimerlo molto bene.

Comunicato:

Lento is Dead è il loro primo Ep, un 6 tracce di Heavy Rock con elettronica: un electro-rock tutto da ballare ma con la potenza di un Tir in corsa. Le prime quattro tracce sono cantate mentre la quinta è strumentale, per variare la proposta e creare dinamicità all’interno dell’album. Il brano di chiusura è inteso invece come una bonus track e raccoglie frasi dal resto delle canzoni, mantenendole in sottofondo.

Lento is Dead

Tutti i brani sono composti e musicati da Longblond

Registrato e masterizzato @Lignum Lab Recording di Villa del Conte (PD) da Massimo Berti (Ceo Mass)

Pubblicato il 30 Novembre 2020

Formato digitale e Cd

Special guests: Ceo Mass ai cori; Dj Einstein: parti originali di scratch

Sono in due, uno alto e l’altro biondo: sono i LONGBLOND, un duo di anonimi musicisti celati dietro occhiali da snowborad.

La riservatezza sul progetto, come quella di tante altre band mascherate, ci impedisce di approfondire i tratti personali dei suoi fondatori (età, studi, professione, militanza in altre band) ma ci lascia trasparire almeno i loro soprannomi od acronimi, mentre il fatto che non siano nuovi nell’ambito musicale, ce lo rivela la complessità della loro stessa musica.

Loro sono Max Doink (chitarra e seconda voce) e R.D. (alla batteria, voce ed elettronica), provengono dalla zona di Padova, con un pizzico d’Ungheria, e ci sbattono addosso un heavy rock miscelato con l’elettronica per un risultato sorprendente: suoni potenti, di matrice underground, e istigazione alla danza. Tra batteria ed elettronica, tecnica scratch e riff accativanti, distorsioni fuzz e ritmiche funky, i Longblond non si fanno mancare proprio nulla: rudi e underground, ma con un linguaggio facilmente comprensibile, freschi ed accattivanti ma tosti quanto basta, ogni loro proposta è una potenziale hit.

Il linguaggio sonico, complesso e stratificato, viene raggiunto gradualmente, partendo dalle iniziali jam session d’improvvisazione del 2016. L’aggiunta di basi elettroniche ai due strumenti chitarra e batteria, realizzate con sintetizzatori analogici e digitali, risulta naturale grazie al background del batterista, mentre il repertorio viene infine completato con gli accompagnamenti del basso synth. Per ultima giunge la voce, intesa come strumento tra gli strumenti, sempre funzionale alla musicalità del brano. Lievemente megafonata (sia in fase di registrazione che durante i live) gioca con le parole (per esempio accostando vocaboli da lingue diverse) oppure ricrea la parte ritmica di uno strumento percussivo (Vedi “Understand Nada”).

I testi sono per lo più in Inglese e descrivono argomenti diversi come l’impellenza di esprimersi con la propria arte, la ribellione ai canoni imposti, il riscatto e la controcultura fuori dagli schemi, le grandi città lucenti e allo stesso tempo spente.

I live sono sempre potenti e coinvolgenti, inevitabilmente acclamatissimi, rivelandoci un duo dalle grandi potenzialità sceniche.

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