“Notes for fingers” è il nuovo album di Marianna Cataldi

Abbiamo già parlato di lei.

Da poco è uscito il suo nuovo album ed è lei stessa a raccontarsi, a spiegare il percorso di “Note for Fingers”, traccia dopo traccia. Brani per piano, in cui ripercorre a ritroso la sua carriera. Per chi è conosce la sua potenza vocale, rimarrà piacevolmente sorpreso da questa scelta discografica.

“L’album NOTES FOR FINGERS è nato dall’idea di raccogliere alcuni tra i pezzi che ho scritto e arrangiato, per pianoforte. La  gente conosce il mio nome soprattutto per la mia voce, come dolce interprete del brano Riflesso, del film Mulan della Walt Disney, o per i miei vocalizzi aggressivi nella sigla dell’ISOLA DEI FAMOSI, o appassionato soprano crossover della romanza DOLCE FOLLIA, sigla della soap LA FORZA DEL DESIDERIO, ma io sono anche altro.

Sono cresciuta musicalmente insieme al mio inseparabile amico pianoforte, e con lui esce una parte di me che la voce non svela. Ho scritto musiche per trasmissioni televisive, per film tv o brani per altri, ma sempre grazie alle mie dita. Molti di questi miei brani strumentali sono stati inclusi in album a tema, ma mai in una mia raccolta personale. Sono tutti rilassanti e melodici, capaci di farti abbassare il ritmo del respiro e del cuore, senza farti mancare il sapore della melodia, mia complice da sempre.

Quando studiavo pianoforte al Paisiello di Taranto, da ragazzina, mi inventavo sonatine e notturni da me, tra questi, c’è la traccia numero 1, che avevo abbandonato trent’anni fa, per poi rivalutarlo ed ultimarlo, andando a riscoprire le mie radici classiche e contaminandole con la mia personalità di adulta, più libera di schemi. Così è nata “The Restlessness within”, una composizione per piano solo, quella che all’inizio era un esercizio difficile per le mie piccole mani, è diventato un viaggio nel mio mondo interiore, confidenze e sfoghi al mio pianoforte, che sempre mi ha ascoltata e confortata.

I brani più maturi invece sono la traccia 2 e 3, Unreachable e Somewhere beyond eternity, perché ho scritto pensando ad un messaggio dedica a mia madre, e quindi il pianoforte ha avuto bisogno del supporto di una orchestra d’archi. Mi sono nati in mente già orchestrati, sono dolci, ma pieni di disperazione e tristezza, perché mentre nascevano, pensavo a lei, colei che tanto ha voluto io vivessi “di e per” la musica, ma che non avrebbe mai potuto sentirli. I violini sono i miei pianti di bambina e il piano sono le mie parole mute. Solo lei sa cosa dicono. Sono stati registrati entrambi con la Budapest Scoring Symphonic Orchestra e sono visibili sul mio canale i videoclip della ripresa in diretta.

Clouds of petals è invece il mio viaggio mai fatto in Oriente, ma a cui mi sento legata da un filo invisibile, da quando ho dato la mia voce a MULAN.  Quella esperienza mi ha avvicinato a sonorità che non sono mie, ma da cui mi sono lasciata impregnare. Così è nato questo brano in stile new age, dove il pianoforte ha acquisito un’altra espressività, spostandosi dal mondo classico e dallo stile italiano. Ancora oggi mi fa volare leggera nel vento, come una nuvola di petali, ecco il perché del suo titolo. Quanto può essere terapeutico suonare e creare, lo può sapere solo chi ha la fortuna di aver potuto sviluppare un talento.

Il brano Soundtrack è nato invece come supporto a dalle immagini importanti, come colonna sonora di una storia di violenza domestica sulle donne, un tema molto difficile da musicare perché purtroppo sempre attuale. Nel suo sviluppo ho voluto dargli un lieto fine, cambiando quello che non è potuto essere per tante, nella sua drammaticità gli ho dato sfogo, gli ho permesso di liberarsi dall’ amore carnefice, di tornare ad essere libere per essere amate davvero, quello che tutte le vittime sognano, e non sempre riescono ad attuare, purtroppo.

Il sesto brano è una dolce ninna nanna, inedita.  Io purtroppo non sono mai diventata madre, ma l’istinto materno è dentro di me che urla sotto voce, e tante volte ho stretto e cullato nella mia testa una bimba, ed è proprio per quella bimba mai nata che ho scritto Lullaby for the angels.  Magari su una di quelle nuvolette c’è quell’angioletto che si dondola e si addormenta con questo mio abbraccio sonoro di mamma.

Infine c’è Relaxing piano trip, che mi trasporta  in uno stato di trans ipnotico, il pianoforte sa fare anche questo, un viaggio per me nel “non pensiero”, dove fluttuo leggera, lasciando cadere dalla testa le zavorre del mondo terreno, per raggiungere una “non gravità”, in senso fisico e letterario.

La musica aiuta e salva, e se lo ha fatto con me, ho il dovere di condividerla, perché possa magari aiutare qualcun altro a stare meglio per qualche minuto. Questo è tutto ciò che mi aspetto da questa raccolta.